Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Io lo amo ma secondo me lui mi vuole solo bene
Salve, sto insieme al mio fidanzato da 2 anni e 4 mesi. Il mio fidanzato è un carabiniere, quindi da quando stiamo insieme ci vediamo circa 10 giorni ogni mese e mezzo. Ormai è da tanto tempo che è cambiato: non dà più le stesse attenzioni che mi dava prima, non mi dice più "ti amo" molto frequentemente come prima. In tutto questo, lui mi risponde che è dovuto ai miei comportamenti sbagliati, ad esempio il bere troppo oppure litigare pesantemente e dire cose pesanti da parte mia, anche sotto effetto di alcol. Da quando mi ha detto questa cosa, io ormai limito il bere, ma c’è sempre qualcosa per cui cerca di correggermi e dice sempre la stessa cosa, che sono i miei comportamenti ad averlo fatto cambiare e a provare sempre meno sentimenti.
Adesso io gli ho fatto un'affermazione del tipo: "Tu ormai mi vuoi solo bene, secondo me." E lui mi risponde: "Quando mi fai incazzare e hai questi atteggiamenti, sì." Al che io rispondo: "Allora scusami, mi vuoi bene anche quando io non ti faccio incazzare e non ho questi comportamenti?" Al che lui non mi risponde alla domanda, ma la lascia così. Io cerco di farmi dare una risposta e lui mi dice che non è solo bene. Al che io rispondo: "E cosa provi oltre al bene?" Al che lui non mi risponde e si altera perché sto continuando questo ragionamento.
Quindi, adesso io vorrei un consiglio per capire se in questa relazione sono solo io che amo e lui prova solo bene nei miei confronti.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL