Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Non so se è amore
Sono stata con un ragazzo per quasi tre anni e un anno fa ci siamo lasciati per motivi vari, ma non è mai stata una relazione tossica. Lui, quelle volte che ci siamo parlati, mi ha sempre fatto intendere che avrebbe voluto che tornassimo insieme, ma io ero sempre in dubbio. Di recente mi ha detto che avrebbe voluto una risposta definitiva per mettersi l’anima in pace e io alla fine ho deciso di riprovarci, ma il problema è che non so se sono innamorata di lui come persona o di come mi fa sentire (protetta, libera di lasciarmi andare) e dell’idea di me che vedo riflessa nei suoi occhi (intelligente, simpatica ecc).
Non capisco i miei sentimenti per lui, non capisco perché l’anno che siamo stati distanti non ho sentito la sua mancanza se non per rari casi, però appena ci riavviciniamo sembra tutto come prima. Non capisco se la distanza mi ha reso apatica o semplicemente mi ha fatto aprire gli occhi sul fatto che forse, se non per abitudine, non ci sarei stata insieme così a lungo.
Poi ho come la sensazione che non starò mai bene con nessuno se non capisco cosa fare della mia vita, anche perché poi lui è poco determinato e molto confuso, e odio questo suo lato anche perché mi ci rivedo molto.
Come faccio a capire se devo starci insieme o no???
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL