Dott. Francesco Damiano Logiudice

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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Figlio di 32 anni violento.

Buongiorno, ho un figlio che oggi ha 33 anni. Dall’età di 17 anni fino ad oggi è stato violento con tutta la nostra famiglia. Durante questo periodo è stato più volte in carcere, sempre per lo stesso reato: violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Uscito dal carcere, sono stato costretto a denunciarlo alle autorità competenti per maltrattamenti nei miei confronti. Nonostante fosse in carcere, l’ho sempre aiutato. Una volta uscito, ha continuato a pretendere soldi con minacce e violenza. Non si è accontentato del fatto che gli avessi procurato una casa dove abitare: pagavo io le bollette, la spesa alimentare, i vestiti, le sigarette e gli davo anche soldi. Voleva addirittura 30.000 euro per “sistemarsi”, nonostante io sia un pensionato.

A seguito di ciò, ho deciso di rivolgermi nuovamente alle autorità, ed è stato arrestato e condannato con sentenza definitiva per maltrattamenti in famiglia. La mia domanda è: come mi devo comportare adesso che è in carcere?
Mi dicono di non cercarlo e di non mandargli nulla, di distaccarmi per la mia salute mentale, considerando che in tutti questi anni ho sempre cercato di aiutarlo, senza che lui sia mai cambiato, continuando ad essere violento con la propria famiglia. Inoltre, ha sempre rifiutato qualsiasi tipo di supporto psicologico.

Grazie.

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL