Dott. Francesco Damiano Logiudice

leggi (15)

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Non so che fare

Gentili dottori, Sono una ragazza di 23 anni, fidanzata da qualche mese con il mio ragazzo che ha otto anni in più a me. La nostra storia prosegue tra alti e bassi, lui è un bravo ragazzo, molto sensibile e ansioso. Questa sua ansia si ripercuote soprattutto sulla sessualità dato che con me dall’inizio ha manifestato sia disfunzione erettile e dopo difficoltà a eiaculare. Ha perso la mamma da pochi anni a cui era molto legato e ha molte responsabilità sulle spalle dato che deve badare anche alla casa e a suo padre, tradizionale. Lui dice di avere molta fiducia in me e mi racconta molte delle sue esperienze passate. È capitato che mentre stavamo ridendo e scherzando mi ha detto che molti anni fa i suoi amici gli avevano raccontato di aver provato esperienze sessuali con trans che a detta loro praticano il miglior sesso orale e spinto dalla curiosità si è fatto praticare sesso orale senza andare oltre. Ho cercato di apprezzare la sua fiducia nei miei confronti, ma mi ha turbato perché ho sempre pensato che anche se ha aspetti femminili un trans rimane un uomo. Lui mi ha detto che mentre glielo praticava pensava a una donna e che non è andato lì con l’idea che fosse un uomo. Anzi ha pure aggiunto che se tornasse indietro non lo rifarebbe perché ha constatato che non è vero che lo fanno meglio e mi ha aggiunto che io sono molto più brava. All’inizio ho cercato di capirlo ma quando sono tornata a casa ci ho rimuginato. Ho pensato a come è stato e mi ha assalito un senso di ribrezzo assurdo. Perché per quanto possa sembrare donna un trans è comunque un uomo. Anche se lui dice che immaginava una donna, il fatto che è andato a cercare il trans perché a detta dei suoi amici pratica buon sesso orale è perché il trans è un uomo e lui inconsciamente ha cercato un uomo. Sono una che da importanza alle etichette, io mi etichetto spesso. Per come la vedo io, non è etero come me e sinceramente ieri quando ne abbiamo parlato mi ha detto di essersi sentito giudicato e che è stato male perché non vuole perdermi per una cretinata fatta in passato. Anche se abbiamo chiarito non posso smettere di pensarci e a provare tanto schifo. Come mi devo comportare? Da un lato non vorrei lasciarlo perché lo amo, da un lato sono sicura che non lo guarderò più con gli stessi occhi di prima.

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL