Dott. Francesco Damiano Logiudice

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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Quindicenne che mostra il pene in pubblico

Buongiorno, si sta creando una situazione in cui non so se dovrei intervenire e casomai quale potrebbe essere il modo corretto: ho un figlio di 15 anni, che spesso mi racconta quello che accade nella sua vita e si confida con me, questa settimana siamo andati al mare io, lui e due suoi amici, ai miei occhi normali adolescenti che si confrontano e a volte si scontrano, sempre rispettosi nei miei confronti, hanno dato una mano nelle faccende quando gliel'ho chiesto e hanno sempre rispettato gli orari di rientro serali. Rientrati dalle vacanze mio figlio mi ha raccontato come hanno passato le serate, principalmente alla piscina del villaggio, dicendomi che si sono divertiti molto ma che in una di quelle occasioni uno dei suoi due amici si è tolto il costume e lo ha lanciato fuori dalla recinzione, noncurante dei presenti imbarazzati dal gesto, per poi andare a riprenderlo e rimetterselo, la prima cosa che ho pensato è che è stata una bravata per attirare l'attenzione, ma poi mio figlio ha preso coraggio e mi ha raccontato che l'anno scorso aveva già fatto una cosa simile, entrando nello spogliatoio dove mio figlio si cambia per fare lezione di judo, e dove c'era tutta la squadra a partire da bambini e bambine delle elementari fino alla terza media, abbassandosi pantaloni e mutande davanti a tutti i presenti per poi andarsene. Ora, non mi va di giudicare questo comportamento perché dietro possono esserci più di mille ragioni diverse, ma mi chiedo che responsabilità ho io in questo caso, dovrei parlarne alla famiglia? ma conosco poco la mamma e mi è sembrata una persona molto ansiosa e piena di paure che, a mio avviso, potrebbe stigmatizzare il figlio senza dargli reale supporto, e comunque non saprei come affrontare l'argomento. Oppure potrei parlarne direttamente con il ragazzo? E coinvolgendo anche mio figlio o no? Naturalmente la soluzione ideale sarebbe che lui ne parlasse con uno specialista (quale?psicologo/sessuologo?) ma anche qui non so come introdurre l'argomento e se è mio compito farlo, ma non mi va nemmeno di fare finta di nulla. Grazie a chi mi risponderà.

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL