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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Non riesco a vivere

Salve non so esattamente cosa cerco con questa “domanda” ma più che altro vorrei sfogarmi perché non riesco più a vivere bene la mia vita e vorrei capire come potrei trovare una soluzione. Diciamo che io ho sempre sofferto di ansia e non solo, in generale ogni tipo di situazione sociale che mi esponesse in qualche modo mi ha sempre fatta stare male e ha creato del disagio in me, perché mi sono sempre sentita non all’altezza in base al contesto in cui mi trovassi e sopratutto come se tutte le persone intorno a me mi stessero guardando male e giudicando. io ho realizzato che questa situazione parta da casa mia e dal fatto che mio padre mi abbia creato tanti traumi e insicurezze, perché fin da piccola ho sempre ricevuto critiche pesanti e rimproveri che comunque penso nessun bambino dovrebbe sentirsi dire, perché so perfettamente che poi certe parole quando cresci in parte vengano interiorizzate, infatti è proprio ciò che è successo a me, e per tale motivo mi sono sempre sentita in colpa e sbagliata qualsiasi cosa facessi e dicessi in sua presenza e non, io da bambina non ho ricevuto mai complimenti ma sempre denigrazioni in quanto per lui ogni cosa che facessi non era giusta. io so che lui da bambino ha perso il padre a 6 anni e sua madre è stata sempre severissima quindi capisco che sia cresciuto in un determinato modo ma io trovo ingiusto che a causa delle cose brutte che ha passato lui io debba “pagarne” le conseguenze. mi sento con zero autostima e la sua presenza dal mattino quando mi alzo condiziona la mia giornata tanto che da quando ho terminato il liceo non faccio altro che stare chiusa nella mia stanza ed esco solo per mangiare e lavarmi. è come se lui mi avesse condizionata così tanto che io non faccio più nulla perché ovunque vado e qualsiasi persona incontro rivedo lui in questa, anche se magari non conosco la persona in questione mi sento sempre giudicata anche se non mi stanno esplicitamente dando un giudizio, già solo guardandoli negli occhi rivedo lui in loro e di conseguenza mi sento criticata per qualcosa, che sia il mio modo di vestire, di parlare, qualsiasi cosa, e devo dire che tutto questo è diventato più che limitante per la mia vita perché ho paura anche a parlare con la mia famiglia, con i miei amici, sono sempre frenata e non riesco ad esprimermi, a dire la mia, perché ho paura di ferire e di essere ferita, attaccata. oltretutto questa situazione mi ha portata a diventare “invisibile” a casa perché essendo intimidita dalla presenza di lui non riesco nemmeno ad avere conversazioni con mia madre e mio fratello a meno che lui non sia fuori in quel momento, ma ad esempio quando siamo a tavola a pranzo odio quel momento perché vorrei parlare (io sono molto estroversa) e invece divento tutt’altro rispetto a come sono realmente, a me piace ridere, sono molto solare quindi di solito cerco di rendere tutto molto divertente e leggero, ma devo stare in silenzio perché lui non vuole che si parli a meno che non si tratti di cose riguardanti il suo lavoro (infatti praticamente si parla sempre e solo di quello) e io fisso il piatto sia perché parla sempre di quello e io non conosco certe situazioni, sia perché ammetto che non mi interessano e sono pesanti visto che non fa altro che lamentarsi riguardo queste, quindi cerco di terminare in fretta il mio pranzo, alzarmi e chiudermi in camera. poi mi sento non solo ferita per l’infanzia che ho dovuto subire a causa sua e per il modo in cui quindi sono diventata, ma anche perché lui non si interessa a me e io di conseguenza faccio lo stesso, lui pensa che io faccia l’università quando invece l’ho lasciata nemmeno dopo un mese quando mi ero iscritta a settembre, non mi chiede mai nulla sulla mia vita, conosce qualche amica ma perché è capitato che le invitassi a casa anni fa, ma niente di più, lui non sa proprio nulla di me, dei miei gusti, non mi conosce proprio come persona tanto che io di fronte a lui mi sento ancora dopo 19 anni quella bambina di 5-6 anni a cui lui dava ordini e diceva cosa poteva e non poteva fare, e oltretutto continua a trattarmi così. non so bene come spiegarlo, ma io sono una persona estremamente pessimista e io lego questo a lui, perché lui è così, sento solo lamentele da parte sua, e questa energia negativa ha condizionato pure me tanto che non riesco ad affrontare nuove esperienze perché penso costantemente al fallimento e al fatto che non riuscirò in nulla perché non sono in grado, è come se io dovessi per forza sapere tutto di tutto e di conseguenza essere al top di fronte ad ogni situazione, e io so che questo non è UMANAMENTE POSSIBILE in quanto non si può sapere tutto di tutto ed essere pronti all’imprevisto, ma questo succede perché sono sempre stata abituata al rimprovero ogni volta che sbagliavo e quindi ad una pressione che non mi permettesse assolutamente di fallire. la cosa “buffa” è che tutto ciò non mi ha magari fatta diventare una perfezionista o cose del genere, anzi, io sono diventata il fallimento stesso, perché ancor prima di iniziare una nuova situazione io mi sento già persa in partenza, ho sempre le sue voci in testa che mi rimproverano e non so più cosa/ come fare per uscirne.

Salve Elisa, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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