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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Come supero il disturbo alimentare da senso di abbandono?

Salve, mi sono resa conto di avere un disturbo dell'alimentazione dovuto a un senso di abbandono.
Mi spiego meglio, sono stata adottata e prima di questo evento ho subito violenze fisiche, psicologiche e ho patito molto la fame.
Di quel periodo ricordo praticamente tutto e dai 6 anni in poi vivo con i miei attuali genitori che mi hanno sempre trattata bene e non mi hanno mai fatto mancare nulla.
Mi sono resa conto che praticamente da sempre ogni volta che rimango da sola a casa sento il bisogno di mangiare qualcosa.
Qualche giorno fa ne ho avuto la conferma, avevo fatto una bella colazione e mi stavo tranquillamente mettendo a studiare quando mia madre decide di uscire.
Una volta rimasta da sola il mio primo pensiero è stato che volevo mangiare qualcosa, nonostante fossi piena il mio cervello continuava a chiedermi di mangiare qualcosa.
Alla fine non ho mangiato nulla perché ero veramente piena però questo episodio mi ha fatto riflettere e mi ha fatto capire in realtà non mangio perché sono una ghiottona, ma perché ho un qualche problema legato alla mia infanzia.
Vorrei tanto sapere come superare questo problema anche perché quando sono arrabbiata, triste o nervosa non mi viene da mangiare, anzi in quei momenti mi passa proprio la fame.
Questi voglia di mangiare mi viene solo quando rimango sola soprattutto se non c'è mia madre.
Vi ringrazio in anticipo delle risposte e spero di aver scelto la categoria giusta

Salve Carolina, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto. Credo anche che un approccio EMDR potrebbe esserle molto utile per la rielaborazione del materiale traumatico passato.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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