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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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  • Roma (Aurelio quartiere)
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Depressione nascosta per anni: come parlarne a casa?

Salve, sono uno studente universitario di 27 anni, fuoricorso da anni ormai
Iniziai la mia carriera accademica in maniera del tutto normale, fra alti e bassi. Ma ad un certo punto, una serie di circostanze verificatesi tutte nel giro di poco tempo mi ha fatto cadere in depressione e se nel periodo antecedente, quello delle superiori, avevo vissuto molto in tristezza ma mai finendo nel "vortice nero", in quel momento la realtà si accartocció e mi cadde il mondo addosso.
Cercherò di illustrare i processi che arrivati ad un certo punto, hanno fatto ammalare il mio cervello.
1) La scelta delle superiori fu una scelta "forzata" dai miei genitori. Ambiente nuovo, nessun conoscente, compagni di classe che mi emarginarono per 5 anni perché non facevo parte della loro stessa classe sociale. Perdita di contatti con i vecchi amici delle medie.
Due amicizie extrascolastiche molto blande, autostima pari a zero spaccato e vita sentimentale completamente inesistente.
2)La situazione sociale migliora leggermente all'università, dove mi sento più a mio agio. Si alternano promozioni e bocciature, mi iscrivo a quello che avrei voluto fosse stato il mio percorso dalle superiori: ingegneria. Difficile, mette alla dura prova, ma vado avanti.
3) In un periodo di 6-7 mesi ricevo 4 rifiuti da ragazze, vengo bocciato due volte di fila allo stesso esame, subisco due lutti di persone a cui tenevo moltissimo (non familiari), perdo la testa innamorandomi follemente di una ragazza che non ricambiava, esco sempre meno, perdo vari amici, inizio a tirare somme sulla mia vita sociale/sentimentale fallimentare. Passare troppo tempo da solo mi nuoce alla salute, inizio a scendere sempre più giù. Non riesco più a studiare, passo parte della mia giornata a disperarmi. Non dormo più, aumenta l'ansia per gli esami fino a tramutarsi in terrore. Perdo un lavoretto part-time, non a causa mia (lo perdemmo tutti). Non trovo più lavoro, non ho più un soldo e non posso più permettermi le già rare uscite con qualcuno.

Potranno sembrare atroci banalità ed onestamente oggi mi sembrano tali quando ci penso, ma queste cose mi hanno portato alla depressione per 4 anni e che ho curato usando i miei risparmi ed andando in terapia, ho finito ben 2 anni fa, in totale segretezza.
Non nascondo di aver avuto 2 volte intenzione di suicidarmi in passato. Oggi chiaramente questi pensieri non mi assillano più.
Ma in quei 4 anni non ho dato molti esami, non riuscivo a studiare bene, ero sempre privo di energie ed ecco il mio ritardo negli studi.
Ho ripreso a dare esami adesso, ma quando mi volto verso il passato vengo assalito da angoscia e quando guardo verso il futuro vengo preso da preoccupazione estrema.

Non che mi voglia giustificare con loro, ma vorrei spiegare ai miei genitori che per 4 anni ho vissuto l'inferno interiore senza dir loro nulla. Vivevo una doppia vita.
Glielo vorrei dire per chiarezza ed onestà, per chiedere scusa di aver chiesto loro soldi per le tasse, di essermi comportato alcune volte un po' freddamente ma non ero in me.
Non so se dirglielo perché hanno sempre avuto un'opinione negativa riguardo le persone depresse.

Dirglielo significherebbe per me fare finalmente chiarezza su questo ritardo negli studi, ma ho paura che una volta saputo probabilmente cambierei per sempre ai loro occhi.

Salve G., mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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