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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

È tanto tempo che vivo odiando profondamente me stessa e la mia vita

Salve, sono una ragazza di 18 anni ed è tanto tempo che vivo odiando profondamente me stessa e la mia vita.
Parto col dire che all’età di 16-17 anni sono stata ricoverata per un anno in un ospedale psichiatrico nel reparto di disturbi alimentari, cosa che nonostante adesso io non sia sottopeso (anzi), non ho ancora superato.
In mancanza di altra spiegazione chiara, ho sempre preferito attribuire la mia così drastica perdita di peso (ero arrivata a pesare 29kg) a una ricerca di maggiore apprezzamento da parte degli altri, in quanto l’ho sempre vista come una spiegazione molto semplice da dare a me stessa e a tutti i medici che mi hanno seguita.
Tuttavia, mi rendo ormai conto che questa spiegazione che mi davo era ben diversa dalla realtà, in quanto la persona che maggiormente si criticava e disprezzava ero io stessa.
Ho quindi cominciato a vedere il mio disturbo alimentare e la mia depressione come modi di punirmi per essere nata così, oltre che per dei modi di impedirmi di avere una vita decente, dato che non pensavo, e non penso, di meritarla.
Una volta dimessa, dopo un mese di relativo equilibrio dove ho davvero pensato di poter vivere normalmente, è cominciato il lockdown (2020).
A quel punto, costretta a casa sola con i miei pensieri, sono subentrati fin da subito episodi di autolesionismo, abbuffate e vomito, che non avevo mai avuto prima (inizialmente la mia diagnosi era di anoressia nervosa, solamente restrittiva e non accompagnata da abbuffate).
Da allora il mio peso ha continuato ad oscillare, facendomi passare da condizioni di sottopeso a condizioni di sovrappeso, date da mesi di digiuno e mesi di abbuffate.
Ad oggi mi ritrovo per la quarta volta in condizione di leggero sovrappeso, e a risentirne è nuovamente la relazione con me stessa e il mio corpo (mi faccio sempre più schifo sostanzialmente), e anche le mie relazioni personali.
Ci tengo a sottolineare che ho sempre apprezzato le persone e che sono sempre stata molto socievole, empatica e attenta nei confronti degli altri, tuttavia, il mio aspetto fisico ad oggi è arrivato ad intaccare anche questo ambito della mia vita.
Mi vergogno costantemente di me stessa, e questo mi blocca dall’uscire di casa, dallo stare in mezzo alla gente, e soprattutto dal riuscire a impegnarmi in relazioni stabili, con l’inevitabile conseguenza che io mi senta sempre più sola e giudicata.
In passato ho cercato aiuto da diversi psicologi, psichiatri, nutrizionisti, ecc. ma il fatto che nessuno di loro sia effettivamente riuscito ad aiutarmi, o per lo meno a capire da cosa sia dato questo mio rapporto così problematico con me stessa, mi fa pensare che il mio stare male non sia risolvibile, che non sia comprensibile, e che io sia lasciata ad affrontarlo completamente da sola.
Io dentro di me continuo a sperare di riuscire a trovare un certo equilibrio, con me stessa, con il mio corpo, nelle mie relazioni interpersonali , con il cibo e con la gestione della mia vita, ma ogni giorno questa speranza si spegne sempre un pò di più.
Se la mia vita dovesse continuare ad essere un peso così grande, allora io non sono sicura di voler continuare a portarlo.

Salve Chiara, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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