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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

È da molto tempo, non so ben dire da quanto, che piango la notte, penso al suicidio.

Potrebbe sembrare uno stato ansioso quello che ho e forse lo è, ma sono anni che la notte piango, dormo poco, anche un paio di ore.
Sono uno studente, prendo buoni voti, la scuola non mi preoccupa ma è da un po' che non riesco più a relazionarmi come una volta, mi sento abbattuto, piango anche di giorno se sono solo.
Quando avevo 16 anni ho provato a buttarmi giù dal balcone ma mia madre mi ha scoperto prima di riuscirci ed il pensiero del suicidio non mi è ancora passato; spesso penso a tutti i modi possibili per farlo, anche se dolorosi.
Non so quale sia il mio problema ma non voglio parlarne con i miei genitori, per quanto potrebbe essere produttivo, non credo di riuscirci.
Provo spesso una sensazione di vuoto, come se non ci fosse nessuno attorno a me, come se tutti stessero con me per pena o avvolte mi sento come se tutti mi parlassero alle spalle, come se non fossi abbastanza per loro.
Sono diventato più paranoico e stento a fidarmi anche delle persone a me care.
Non ho "trauma" che mi possa portare a diffidare delle persone ma è semplicemente quello che faccio.
Mi sento come un corpo senza anima.. qualcuno mi potrebbe aiutare?

Salve Andrea, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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