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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Disturbi relazionali

Salve sono una ragazza di 25 anni, son sempre stata particolarmente selettiva nei miei rapporti interpersonali di amicizia, ho avuto pochi periodi espansivi, ma sono una persona estremamente introversa. Ho notato che non riesco ad esprimermi in contesti sociali, tendo ad auto reprimermi e auto giudicarmi in situazioni sociali che mi mettono sotto pressione (es. un'uscita tra amici che non ho programmato, quindi con persone che non conosco) poichè temo di non saper comunicare con gli altri temo di non essere abbastanza per creare dei legami, e fare la figura della stupida o superficiale, temo che gli altri non vedano in me quello che vedo io, e che invece, col mio ragazzo riesco ad esprimere al 100% senza disagi varii. Questo stesso pensiero mi porta ad avere il tipico panico da palcoscenico e una predisposizione all'agorafobia abbastanza marcata (non riesco a stare più di 10 minuti in un luogo affollato, almeno che non ci sia musica ad intrattenermi). Volevo chiedervi, con questo quadro clinico, se potessi avere dei pareri riguardo la mia condizione; si può definire fobia sociale? Ci tengo a specificare che qualche anno fà mi è stato diagnosticato un disturbo depressivo di livello medio, ma adesso va decisamente meglio, o almeno così credo.

Salve Giusy, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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