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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Che vivo a fare?

Sono solo, senza amici. Questo ha aggravato molto il mio stato mentale, infatti sono diventato un vegetale, insensibile che non sa ridere, sempre triste e serio. Sono depresso da quando avevo 10 anni e ora ne ho 20. Ho pensato sempre al suicidio ma sono un codardo che non sa prendere decisioni anche quando si trova con le spalle al muro. Non trovo senso nel lavoro, che è diverso dal non avere voglia ovvero io vado comunque a lavorare perché sono costretto altrimenti muoio di fame, ma non trovo il senso. Guardo le altre persone che addirittura fanno più di un lavoro o altre che lavorano per far campare la loro famigliola bella e felice mentre io non so neanche perché lo faccio. Ho paura, essendo solo, ho paura che se vado a lavorare in un altra città, rimarrò solo senza amici in una casa affittata a fare un lavoro che non voglio fare e così sarò costretto ad impiccarmi perché impazzirò. A parte questo anche se vado a lavorare vicino al mio paese mi sento comunque un guscio vuoto perché probabilmente andrò in fabbrica a spaccarmi la schiena senza motivo. Non ho sogni, ambizioni per colpa della solitudine sono come una macchina che va avanti senza benzina, non ho niente che mi alimenti. Non vengo considerato come una persona normale, vengo considerato come un peso, una rottura di coglioni da avere attorno. Il mio aspetto aggrava molto sul fattore sociale, anche i miei gusti ma quelli non li sa nessuno perché le persone si soffermano soltanto sulla mia faccia da culo. I ragazzi d'oggi ma anche quelli di ''ieri'' sono sempre gli stessi, tutti a fumare, a bere, a drogarsi, calcio, musica e cazzo in culo mentre io non faccio niente di tutto ciò. Ho qualche piano di suicidio che credo farò prima o poi perché non riesco ad immaginarmi a 50 anni ancora vivo.

Salve Walter, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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