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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Relazione particolare con i genitori della mia fidanzata

Salve, cercherò di essere il più conciso possibile, Io e la mia ragazza stiamo insieme da 3 anni, i miei genitori sono persone molto aperte che hanno sempre accettato la mia relazione e anche spinto sul poter conoscere meglio la mia ragazza, uscire a cena insieme, andare in vacanza insieme ecc (ovviamente nei limiti del rispetto non dormire insieme a casa nostra tutti i weekend). Purtroppo però le volte che la mia ragazza ha detto di sì, si contano su una mano, le volte che lei è venuta a cena da noi sono pochissime, siamo andati 1 volta sola in vacanza con i miei genitori per 1 notte, lei non è mai venuta a dormire da me se c’erano anche i miei genitori. Tutto questo per non parlare delle situazioni opposte, io in 3 anni di relazione sono andato a casa sua a cena (con anche il papà) 1 volta, ovviamente non sono mai andato in vacanza con loro e non sono mai andato a dormire da loro se i genitori erano presenti, cosa che capisco nella normalità e nella quotidianità, ma in 3 anni capite che sono capitate occasioni in cui la cosa ci ha messo in difficoltà. Il problema principale è suo padre, lei ha un rapporto particolare per il quale ha tenuto nascosta la nostra relazione al padre per tanto tempo dicendomi che secondo lei “non era pronto”. Ora il padre lo sa, ma comunque lei mi ha più volte detto che con la sua famiglia è particolare e che se voglio possiamo uscire a cena solo con sua mamma ma suo papà non è a suo agio e preferisce di no. Guarda caso a capodanno di quest’anno io sarò in montagna nello stesso posto dove lei ha una casa, passeremo la serata insieme con i nostri amici e io sono però costretto a trovare un altro posto dove stare nonostante lei abbia posti in casa, ovviamente perché ci sono i suoi genitori (se non ci sono i genitori in casa non c’è problema per lei ad invitarmi o venire da me). La sensazione che mi fa più fastidio è che non capisco perché lei non mi metta ad un piano superiore, da un certo punto di vista mi piacerebbe che spinta dall’amore che prova per me dicesse a suo papà che deve accettarmi e che se mi vede può o comunque deve stare tranquillo, siamo in classe insieme dalla prima liceo e ora siamo all’ultimo anno di triennale in università (abbiamo 21 anni), i suoi genitori conoscono da praticamente 8 anni benissimo me e i miei genitori, siamo persone di tutto rispetto. Allo stesso tempo so che non è il mio posto parlare di come la mia ragazza vive la relazione con i suoi, però quando i miei genitori o amici mi chiedono per esempio perché a capodanno non dormo da lei io mi vergogno tantissimo, non so che dire, cioè andare in un posto dove lei ha la casa e dover cercare pure un alloggio mi sembra un’assurdità, se le persone mi chiedono il motivo solitamente mento dicendo che lei ha la casa già piena di ospiti, perché non riesco a essere sincero. Mi piacerebbe che lei mi ospitasse almeno per capodanno, non sto dicendo sempre anche durante l’anno perché non condivido e la cosa non mi pesa, però una notte di capodanno, una notte sola e la mattina me ne vado prima che venga su il caffè, dopo 3 anni di relazione mi sembra brutto e mi vergogno di dovermi nascondere dai suoi. Lei è molto sensibile e se provo a parlare con lei di questo argomento va sulla difensiva, la capisco perché so che non è il mio posto però allo stesso tempo mi piacerebbe avere una relazione sana con i suoi genitori. Come posso fare ad accettare questa cosa? Come mi posso comportare per trovare una via di mezzo per entrambi? Grazie

Salve Filippo, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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