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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Cosa fare quando tutte le certezze crollano?

Buongiorno, ho 30 anni, faccio la ricercatrice da 7, amavo il mio lavoro e pensavo che l'avrei amato sempre. Quando ero più giovane pensavo che non ci fosse niente di meglio, pensavo che avrei fatto ricerca tutta la vita, ovunque, e magari avrei fatto qualcosa di importante. Pensavo che avrei messo la mia carriera sempre davanti ad ogni cosa e che mi sarebbe stato bene così. Ma non è più così. Mi sono trasferita in Francia da qualche mese e sinceramente... odio la vita qui e ormai odio anche il mio lavoro. Ho lasciato indietro tutto, il mio ragazzo, la mia famiglia, i miei amici, per correre dietro ad un progetto che non mi sta nemmeno dando gli stimoli che speravo di trovare. Mi sento completamente persa e sono sempre più disillusa e nauseata da questo mondo in cui essere precari è la normalità e avere una vita è un lusso. Mi chiedo già dove andrò alla fine di questo contratto, perché di sicuro non rimarrò qui... ma se dovessi inseguire ancora la scienza probabilmente andrei ancora in giro, se seguissi il cuore... bè vorrei solo tornare a casa. Non so cosa fare, non ho mai fatto altro che la ricercatrice, non so nemmeno se saprei fare altro, se mi piacerebbe e soprattutto cosa mi piacerebbe e se potrei avere per una volta un equilibrio fra la mia vita, i miei affetti e il lavoro. Vedo sempre di più intorno a me persone valide che vanno in burnout, che vengono escluse dai posti fissi in accademia perché di posti ce ne sono pochi e conta più il sapersi vendere spesso, che l'essere davvero. E poi vedo quelli che ce la fanno, che ottengono dei contratti decenti, o delle cattedre. E spesso li vedo lavorare giorno e notte e perdersi la vita dei figli e anche la propria. Spesso capita anche a me di lavorare in orari assurdi e in giorni in cui tutti sono in ferie. E sono sempre più convinta che non voglio questa vita, non è più il mio posto, eppure sono sempre ambiziosa e creativa e so che farei fatica ad accontentarmi di un lavoro troppo ripetitivo e "inquadrato", perciò sono sempre più confusa e frustrata. Spesso arrivo a casa e non ho neanche la forza di farmi da mangiare, semplicemente mi siedo e inizio a piangere finché non sono così esausta da trascinarmi a letto.

Salve Stefania, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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