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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Male di vivere

Salve, sono Sofia, una ragazza di 23 anni. Da circa due anni credo di soffrire di depressione. Tutto è iniziato nel 2019, quando al termine del liceo avrei dovuto scegliere il mio percorso universitario. Sono arrivata al termine dell’esame di maturità e ancora non avevo la più pallida idea di cosa avrei voluto fare. O meglio lo sapevo, ma non potevo permettermelo. Così inizio, scelgo la facoltà sbagliata, totalmente lontana da quelli che sono i miei “talenti”. Così mollo e decido di cominciare l’anno dopo la facoltà di Giurisprudenza. Ma dopo il primo anno blocco totale. Adesso sono al terzo anno, ma ho dato pochissimi esami e sto pensando di lasciarla perché la situazione sta diventando insostenibile’ Comunque il mio percorso universitario va di pari passo col tracollo che ha avuto la mia salute mentale negli ultimi tre anni. È cominciato tutto con un sentimento di distimia (che prima non avevo mai provato), di un profondo senso di colpa per aver disatteso quello che i miei genitori e che io stessa ci aspettavamo. Dopodiché è cominciata la tristezza, quella profonda, quella in cui nulla riesce a darti più gioia, nulla ti interessa. Ho perso completamente la speranza per il futuro, non ho più un un sogno, una passione per cui andare avanti. La mattina è il momento peggiore della giornata perché non so più per cosa alzarmi dal letto e impegnarmi. Dormirei tutto il giorno. Provo un forte odio verso me stessa e un forte senso di inferiorità ed insicurezza quando mi interfaccio con gli altri. Penso di non essere brava come gli altri, di essere più debole. Sono convinta di non piacere alle altre persone, sono molto introversa e posso apparire schiva. Non riesco a creare un contatto con le persone, ad acquisire confidenza. Detesto fare conversazione, ma allo stesso tempo vorrei essere in grado di farlo, con naturalezza, come tutti gli altri. Anche il lavoro va proprio male. Ho lasciato il lavoro estivo di cameriera, che facevo da oltre 4 anni, per l’ansia che mi creava il rapporto con clienti. Da qualche tempo ho iniziato a lavorare come receptionist. Ancora una volta, scelta peggiore non potevo fare ma sono stata spinta ad accettare perché si tratta di una bella opportunità. Sono arrivata al punto in cui l’ansia mi sveglia la mattina e non riesco neanche a godermi i momenti in cui non lavoro perché con la testa rimango sempre lì, mi metto a rimuginare su cosa è andato storto o cosa potrebbe andare storto. Fatto sta che questa è più o meno la situazione ed io non ne posso più. Negli ultimi due anni ho pensato molto spesso al suicidio, il solo pensarci quando sto male mi rincuora, mi dico “se proprio non riuscirai più a resistere, puoi sempre ucciderti”. Però credo che mi manchi il coraggio, forse perché in realtà io vorrei vivere, ma vivere una vita totalmente diversa, una vita in cui esista un qualcosa che dia un senso al mio agire. Vorrei uccidere questa vita, questa me stessa. Il problema è che non riesco a capire quale sia la mia strada, mi chiedo costantemente come potrei riuscire a mettere in pratica quella che io sono davvero, per cosa sono al mondo? Qual è la mia attitudine? Il mio talento? Credo che se riuscissi a fare questo recupererei tutta la stima per me stessa. Ma come fare?

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.

Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

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