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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Ansia e depressione quando torno nella mia città natale

Salve, sono un ragazzo di 29 anni. Ormai sono anni che vivo all'estero dove mi sono realizzato, comprato casa, ho un bellissimo lavoro. Convivo con il mio compagno e siamo felici. Ogni anno quando torno nella mia vecchia casa per le vacanze vivo delle situazione di forte ansia e depressione che sotto sotto sono la causa per le quali ho lasciato questa città. Ho vissuto brutte esperienze qui in passato, il primo attacco di panico, una depressione fortissima durata 10 giorni. Ma tutto sommato la mia vita è stata sempre buona. Tutto tranne il fatto che sono Gay, e qui al sud è un po' come il peggiore dei peccati, ma vabbè l'ho detto a tutti i miei amici e famigliari, tranne che a mio padre. Mio padre non viveva più con noi, ma ho un buono rapporto con lui, solo che mi hanno espressamente chiesto di non dirglielo perché pensano che non la prenderebbe bene. Ha avuto una vita difficile e non mi va di mettere il dito nella piaga. Però non lo nascondo. Quando viene a casa mia ci sono le foto mie e del mio partner, e ho condiviso una stanza e letto con lui per 8 anni. Sotto sotto penso che mio padre lo sappia ma non abbiamo mai parlato o chiarito.. non abbiamo sotto sotto questo rapporto. Tuttavia, quando torno qui, é la fine. Ansi, attacchi di panico, mi sento triste, tutto molto forte. Viaggio e vivo normalmente in qualsiasi altra parte del mondo, come mi avvicino alla mia vecchia casa mi sento di morire e vorrei solo scappare a casa mia con il prossimo aereo. Mi dispiace tanto perché amo i miei familiari e amici e non riesco mai a godermi le vacanze qui. Tutto questo non succede se papa o mamma o amici vengono da me all'estero, quindi non sono sicuro sia legato a una persona. Sono fortemente convinto che il mio cervello rifiuti di essere qui automaticamente per protezione, ma non riesco a capire perché. Ho avuto delle sessioni di psicoterapia in passato, la dottoressa puntava al rapporto con mio padre e del fatto che io non fossi 100% sincero, però il sinceramente non mi nascondo anche se non sono 100% diretto. Cosa potrebbe essere? C'è una via per alleviare questi sintomi? Sono un soggetto un pochino ansioso di solito, ma così non riesco più a godermi le pause.

Salve Marco, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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