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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Sapere che il mio ragazzo guarda video hard in mia assenza mi fa soffrire

Buongiorno, sono una ragazza molto giovane, ho 19 anni e il mio ragazzo è mio coetaneo. Lui è molto onesto con me per quanto riguarda le sue abitudini sessuali quando non ci sono, infatti mi ha detto chiaramente che guarda porno per masturbarsi circa 3/4 volte alla settimana. Ecco, la questione è che io sono una ragazza molto gelosa e sensibile, perciò lo vedo quasi come un tradimento e come se io per lui non fossi abbastanza attraente. Tuttavia, nei nostri momenti intimi non c’è alcun problema, non necessita di video per eccitarsi ed è evidente che io lo soddisfi. Mi assicura che per lui quei video non valgono niente e che prova molto più piacere quando abbiamo i nostri momenti intimi. Tuttavia io, da quando sono fidanzata, mi masturbo senza aver alcun bisogno di video o materiale hard, cosa che contribuisce a far nascere in me le insicurezze e i cattivi pensieri prima menzionati. Ne ho parlato con lui e mi ha detto che purtroppo, ci ha provato, ma senza video fa parecchia fatica a raggiungere l’orgasmo. Questa cosa mi fa stare veramente male, sto addirittura pensando di chiudere questa relazione proprio per questo motivo. È mio il problema, sbaglio io? Potrei sperare che lui smetta? È davvero necessario per un uomo l’uso di questo materiale, anche se ha una vita sessuale tutto sommato appagante?

Salve Fabiana, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.

Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

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