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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Scatti di ira della mia compagna

Buon giorno sono Alex. Ho 33 anni. Scrivo perchè ho bisogno di un confronto e di orientarmi meglio sull'argomento del controllo della rabbia. Convivo con la mia compagna da circa 10 anni. Tra noi c'è un profondo sentimento radicato di amore e un legame molto profondo. Premetto che sicuramente in un rapporto a due le responsabilità sono sicuramente da dividere tra le parti e che anche io ho i miei difetti e i miei limiti. Arrivo al problema; Il nostro rapporto spesso è travolto da attacchi di ira da parte di lei per delle motivazioni futili. Questi episodi a dire il vero persistono praticamente da sempre ( a cadenza settimanale o comunque direttamente proporzionale all'accumulo di stress). Inizialmente, nei primi anni, la mia reazione ( io sono una persona con un indole molto tranquilla e poco litigiosa) era quella di incamerare e armarmi di molta pazienza per farmi " scivolare addosso" i vari insulti subiti ( spesso molto aggressivi e selvaggi; tende a dire tutto quello che gli passa per la testa senza filtro alcuno ). Alcune volte però è successo che la mia sopportazione non è bastata e sono esploso anche io urlando più di lei e tirando pugni alle pareti a ai quadri ( quando mi succede ho anche delle reazioni fisiche quali sudori accentuati, rossore nel viso e agitazione prominente) . Purtroppo mi rendo conto che quando supero il limite passo anche io a essere parte del problema perchè assecondo la sua rabbia. In tal senso mi sono impegnato sempre di più a controllare questo mio aspetto negli anni, riuscendo a migliorarmi molto e a riuscire a gestire quasi tutti i suoi attacchi di ira senza perdere anche io il controllo. Però più diventavo bravo a contenermi, più gli attacchi di ira diventavano pungenti con frasi molto aggressive e denigratorie, quasi a voler dire " vediamo quanto devo insultarlo prima di ottenere una reazione. Più si andava avanti nella nostra relazione , quindi necessitavamo di fare scelte per il futuro e "crescere" attraverso le esperienze comuni, più questa rabbia sopraggiungeva in modo imprevedibile per la mia mente ( basta una stupidaggine qualsiasi per innescare un evento rabbioso molto aggressivo completamente non preventivato ). Negli ultimi anni ci siamo avventurati nella compravendita della nostra casa ( dove abbiamo ricevuto aiuto dai miei genitori per poter coronare questa conquista). Lei questo aiuto non lo ha mai digerito ( anche se io tante volte prima di fare il passo gli ho chiesto che se non si sentiva serena potevamo ottenere lo stesso con le nostre sole forze, accontentandoci di una soluzione meno dispendiosa ma che rendesse contenti entrambi e sereni ) . di comune accordo abbiamo deciso di accogliere l'aiuto economico. Purtroppo però ogni volta che ha un attacco di rabbia tira fuori questa cosa ( che sicuramente per lei crea una frustrazione ) dicendo che la casa fa schifo che le scelte estetiche fatte fanno schifo e che lei avrebbe fatto in altro modo ecc... La cosa che a me fa male ( oltre alle parole taglienti ) è che io non ho mai preso una sola singola decisione da solo ma abbiamo fatto sempre tutto insieme scelte e risultati, eppure alla prima stupidaggine mette in dubbio tutto sottintendendo che è tutta una mia responsabilità e buttando tutto su un piano molto aggressivo e poco comunicativo. Caratterialmente è una persona molto impulsiva, con incredibile potenziale inespresso dovuto alla sua insicurezza di base ( non si accetta in nulla ) . Vorrebbe scalare le montagne ma è bloccata da se stessa e dalla immagine di se che da agli altri. Io vedo il suo potenziale e cerco di farlo uscire fuori per dargli quella sicurezza di cui ha disperatamente bisogno, ma se ne parlo troppo o tocco corde delicate , rischio che il tutto si concluda con un attacco di ira. Ultimamente tra noi c'è molta tensione e io inizio a vacillare ( mi preoccupo troppo per il suo stato d'animo e cerco di non dire cose che possano accendere la sua rabbia ma puntualmente non ci riesco e genero in lei rabbia anche su frasi normalissime per le quali non credevo si potesse arrivare all'ira ) . Però nello stesso tempo penso che anche io debba essere sereno ( come sono sempre stato) e che questa situazione mi reca agitazione cronica e una iper attenzione continua al suo stato d'animo. E' una persona estremamente leale e sincera e vorrei che ottenesse la serenità che merita, ma cosi facendo sta decostruendo ( come penelope con la sua tela) tutto ciò che costruiamo insieme. Sembra spaventata da ogni aspetto della sua vita ( lavoro, partner amici ) . Io sono anni che cerco di invertire la rotta ma con unico risultato di complicarla di più. Alcune volte penso che se non c'è è meglio perche cosi posso rilassarmi ( ma non credo che questa cosa sia una cosa positiva) . Sicuramente in questa tensione non resisterò a lungo e ho paura che se non si risolve la questione ci si possa allontanare. Grazie e scusate se sono stato un po prolisso

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.

Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

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