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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Crisi cicliche all'interno delle relazioni

Buongiorno, mi scuso anticipatamente per la lunghezza del messaggio. Ho 35 anni e, da quasi tre anni e mezzo, ho una storia con una ragazza 39enne che mi ha permesso per la prima volta di essere me stessa (la mia prima vera storia omosessuale), ha migliorato la mia persona e che mi ha sempre rispettato e sostenuto. Una persona che comunque tiene molto ai suoi spazi e, da parte mia ha sempre ricevuto amore, rispetto ed attenzioni. Nel corso di quest'estate, ha iniziato ad essere più distante, ma complice il suo stressante e pesante lavoro (stagionale nel campo turistico) non ho dato particolare peso alla situazione. Da fine agosto abbiamo iniziato a vederci sempre meno e, percependo la stanchezza, ho proposto di lasciarle i suoi spazi per consentirle di riposarsi al meglio (proposta che è stata accettata ringraziandomi per la comprensione). Da quel momento abbiamo comunque continuato a telefonarci tutte le sere e a scriverci durante le sue pause o a fine lavoro (anche se in un modo un po più freddo). Alla fine di settembre, dato il termine del suo contratto, ho proposto di vederci per fare qualcosa insieme, ma dopo una prima risposta affermativa, non abbiamo fissato una data. Completamente priva di speranze sulla prosecuzione del nostro rapporto, lo scorso venerdì le ho scritto se questa sua "lontananza" dipendesse da problemi fra noi o dal brutto periodo che stava passando in generale... La risposta è stata che "non stando bene vuole stare sulle sue. Che capisce che anche la mia situazione non è per niente bella. Ma non sa proprio cosa fare, che sicuramente nn vuole perdermi, ma nello stesso tempo sente il bisogno di star da sola per tornare a star bene con se stessa. Il lavoro non c'entra nulla e ha sempre avuto queste ricadute nelle sue relazioni, in cui arriva un momento in cui non riesce più a dar nulla. Infine ha aggiunto che non vuole far male a nessuno, soprattutto a me." Nel massimo rispetto (e sollevata dal fatto che comunque non intende almeno temporaneamente lasciarmi) le ho comunicato che non intendo perderla, concedendole il tempo di cui avrà bisogno. Ho aggiunto che ci sarò per ogni cosa, ma che nel frattempo avrebbe dovuto scrivermi/telefonarmi solo se lo volesse davvero e non per una sorta di abitudine. Ho fatto la cosa giusta? Che significato posso attribuire al suo messaggio? Mi ha, in modo sottinteso, chiesto una pausa (che non ho esitato a concedere)? Sono certa non ci siano terze persone Ringrazio chiunque vorrà gentilmente concedere un parere.

Salve Valentina, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.

Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

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