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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Indipendenza in età adolescenziale

Gentilissimi, sono una mamma di 49 anni, sposata, con una figlia di 15 e un figlio di 14. La mia domanda riguarda la figlia di 15. Come genitori (sempre piuttosto allineati sulla condotta educativa, coesi sulle decisioni e aperti nel confronto e nel dialogo) abbiamo sempre sottolineato l'importanza della fiducia nelle relazioni. Non abbiamo applicazioni di controllo spostamenti tramite i cellulari, nè siamo ossessivi con le telefonate quando la ragazza (i ragazzi) sono fuori. Concediamo un'uscita serale a settimana e un'uscita in discoteca al mese. Vogliamo sapere chi sono gli amici del gruppo frequentato ma senza chiedere cognomi, nomi e vie dove abitano. Nostra figlia è molto riservata, ma comunica con tranquillità le sue attività e i suoi spostamenti. Non ci chiama quasi mai quando è fuori. Ha iniziato a mostrare una decisa spinta di indipendenza, tenendo per se i primi innamoramenti, pur comunicando alla famiglia che "si è fidanzata". La mia difficoltà è a tratti quella di adeguarmi a questo distacco... come genitori ci ritroviamo a volte spiazzati nel constatare che oramai lei ha una sua vita e noi siamo "di contorno", con meno confidenze e meno condivisioni. Controlliamo, siamo sempre presenti, ma non "indaghiamo" e ci fidiamo. Facciamo bene? E' corretto sentirsi spaesati a volte? Ai nostri tempi credo ci si staccasse un poco dopo... ora a 15 anni a volte ci sembra precoce... grazie per la risposta!

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che voi possiate richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarvi ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che vi impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarvi a parlare con voi stessi utilizzando parole più costruttive.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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