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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Famiglia o lavoro?

Buongiorno, tra me e mia moglie c'è un problema fin da quando è nata la prima figlia (ora ne abbiamo 4): lavoro solo io mentre lei fa la casalinga in modo da poter seguire i figli in modo adeguato. Ancora oggi, dopo 7 anni, ci troviamo in disaccordo quando ci sono delle difficoltà di gestione in casa. Per difficoltà intendo figli o lei stessa malati. In questi casi, già se ci sono due figli malati su 4, mia moglie vorrebbe che stessi a casa dal lavoro per darle una mano, stesso vale se si ammala lei. Non si tratta di un semplice desiderio, secondo lei la abbandono da sola a gestire la situazione, sento che mi odia e mi ritiene un egoista, ho paura che il nostro rapporto cambi per sempre, che non mi perdoni perché la lascio da sola. Le ho sempre dato ragione dicendole che avrei fatto più che il possibile per aiutarla ma non sembra esserci un limite. Ho già chiesto congedi parentali per aiutarla, permessi urgenti eccetera ma non basta mai, ho persino cambiato lavoro per essere in modo da essere al lavoro solo quando i due grandi sono a scuola (fanno tempo pieno). Negli ultimi 4 mesi ho fatto 2 settimane di congedo parentale, 1 di malattia, 2 di ferie natalizie, 8 giorni di congedo di paternità. Sono tornato al lavoro da due giorni, giorni in cui uno dei bambini era malato, e di malavoglia si è fatta dare bene che io tornassi al lavoro. Da ieri sera è malata anche una delle sorelle quindi si trova a casa con i due più grandi a casa da scuola (la grande appena ammalata e il secondo che si è ripreso, tornerà all'asilo domani) più i due più piccoli che non sono ancora in età scolare. Ovviamente il problema si è ripresentato. Certamente la situazione è delicata, lei ha avuto un parto cesareo 12 giorni fa e di conseguenza uno dei bambini ha solo 12 giorni, non dico che dovrebbe volere la mia presenza, ma mi fa stare malissimo sentire che mi incolpa di non esserci.. non vado mica al bar con gli amici, vado al lavoro anche per mantenere tutti loro.. Non solo vado al lavoro con poca voglia come qualunque mortale ma anche con i sensi di colpa.. Non so più cosa fare, ovviamente il mio datore storce sempre il naso ormai, persino quando sono malato io e messo in malattia dal medico, infatti se riesco vado al lavoro malato senza dire niente a nessuno. Siamo in 6 totali, se devo stare a casa tutte le volte che si ammala uno dei sei, praticamente non lavorerei per tutto l'inverno. Mia moglie non da il minimo cenno di capire che sono preso tra lei e il datore di lavoro, secondo lei stare a casa dal lavoro è semplice come stare a casa dall'asilo, dovrei farlo e basta.. magari fosse così.

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

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