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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Non voglio che il mio ragazzo partecipi a un addio al celibato

A fine mese, il mio fidanzato avrà un addio al celibato di un suo amico, andranno una notte in una città, ma io non sono d'accordo. Sono consapevole del fatto che sia sbagliato cercare di privare l'altro di esperienze e non penso neanche che lui possa tradirmi direttamente, ma non mi fido dei suoi amici. L'anno scorso, siamo stati al compleanno di 30 anni di uno di loro, e tutti (ad eccezione mia, sua e di un suo amico) si sono fatti di cocaina. Per due di loro, la serata si è conclusa anche pagando per sesso. Al solo pensiero che possa ripetersi una serata del genere, mi vengono i conati di vomito, è gente per me deplorevole e spesso penso che chiudere con il mio fidanzato mi toglierebbe molti problemi e molti motivi di stress, legati soprattutto a queste amicizie che per me sono al limite dell'accettabile. Provo realmente un senso di schifo all'idea che il mio fidanzato passerà una serata così, anche se non dovesse fare nulla in prima persona. Non posso privarlo di queste esperienze e delle sue compagnie, ma posso decidere di non trovarmi più in situazioni del genere e l'unico modo è lasciandolo, ma dopo 8 anni e tanto affetto, ho paura e mi fa male. Ma sto male anche ritrovandomi periodicamente in situazioni del genere,  non ce la faccio più a sopportare questa tensione e pensavo che crescendo sarebbero cambiate un po' di cose, ma peggiorano solo, il degrado aumenta e io mi sento sempre più fuori posto, mentre lui, pur non drogandosi o altro, non riesce a distaccarsi da loro o condannarli. Dice che sono io quella esagerata.

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive. Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

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