Dott. Francesco Damiano Logiudice

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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Rapporto di lavoro con sorella

Salve a tutti. Vi scrivo perché da tempo non riconosco più mia sorella. Lavoriamo entrambe in un'azienda e lei è il mio capo. Dopo essersi più volte lamentata a più riprese con me a lavoro dell'atteggiamento ostile dei colleghi (che la sparlano, la prendono in giro e le rispondono male, di conseguenza fanno lo stesso con me), fa convocare in ufficio dalla direzione me e tutti i colleghi. La direttrice ha chiesto quale fosse il problema a ognuno e io sono stata l'unica a dire ciò che succede là dentro. Ora non sono una psicologa, ma penso che in questo caso si parli di mobbing. Una dei colleghi mi ha detto che sono pazza, che sono solo cose nella mia testa e in tutto questo da parte di mia sorella, che ha assistito all'episodio che avevo riportato alla riunione, non ha detto niente... Ha continuato dicendo che, come aveva ben detto la collega, bisogna comunicare prima queste cose ( già più volte segnalate alla direzione da tante persone in azienda). Ora, io mi sono sentita tradita, presa in giro ( perché comunque anche la direttrice, cui è stato segnalato tante volte, sapeva) e dopo tanto sopportare in quell'azienda, tanto sovraccarico di lavoro e tante ingiustizie ( assegnazioni di lavori, in cui avrei dovuto ricevere una formazione e invece sono stata "abbandonata" a me stessa), voglio chiudere i rapporti con mia sorella e cominciare a cercare un altro lavoro. La mia domanda è: cosa pensa uno psicologo di una situazione del genere. Grazie per la risposta

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL