Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Passivo nel sesso
Buongiorno dottoresse e dottori, mi chiamo Franesco e vorrei porre una domanda, riguardo la sessualità. Ho 58 anni e sono felicemente sposato con una donna che adoro. Siamo insieme da quando eravamo molto giovani e le nostre esperienze sono praticamente condivise in tutto. Io, essendo appena appena più grande, avevo fatto in tempo ad averne qualcuna. Quando eravamo ragazzi, lei mi disse che quando stava sopra di me, provava piacere più facilmente. Da allora ci siamo in qualche modo "specializzati" in questo, pur lasciando spazio alla fantasia e a qualche gioco tra noi. Ma in linea di massima si arriva sempre a quello. Io l'ho sempre considerata e la considero "la mia principessa da rendere regina" e mi va bene e lei, in base a quel che mi dice, è soddisfatta della cosa. Qualche anno fa gli urologi sbagliarono diagnosi, pensando che alcuni disturbi fossero legati alla prostata e mi fecero assumere alfalitici, che hanno un impatto devastante dal punto di vista sessuale, con anaeiaculazione e scomparsa del piacere e malessere generale, diffuso, oltre a deficit mentale cognitivo. Scoprii poi di avere il tumore alla vescica. Fui operato e curato. Il periodo degli alfalitici però mi rese ancor più passivo nei confronti di mia moglie. Una delle nostre diatribe infatti, fu che, essendo meno sicuro di me stesso, dal punto di vista sessuale, fosse lei a prendere l'iniziativa -nonostante il modo di farlo, ero sempre stato io a prenerla- ma lei non comprese mai questa necessità. Però da allora ho più bisogno che mai di sentirmi -lo dico in senso buono, non fraintendetemi- usato, in qualche modo, desiderato. Questo al punto tale da scoprire di fantasticare di essere usato per questo, da un uomo. E queso pur non provando alcuna attrazione pe gli uomini, anzi, spesso provando repulsione, dal punto di vista fisico. Repulsione provata anche "sul campo" quando sono stato molestato da alcuni uomini, cosa che mi è capitata spesso, nel corso degli anni. Non so perchè ma ogni tanto trovavo l'uomo omosessuale, di solito più anziano, che si invaghiva, che mi telefonava insistentemente -magari avevamo rapporto lavorativo- o comunque ci provava. La repulsione, il senso di orrore è rimasto lo stesso. Ma la necessità di sentirsi desiderato sempre più grande. Che mi succede?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessaoutilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL