Perché il 46% degli insonni non fa NULLA (e continua a soffrire)

C'è una cosa ancora più strana dell'insonnia stessa: il fatto che quasi la metà di chi ne soffre non fa assolutamente niente per risolverla.

Niente medico. Niente psicologo. Niente cambiamenti. Niente di niente.

Secondo i dati raccolti dai medici di base italiani, il 46% delle persone che non dormono da mesi (o anni) semplicemente... convive. Come se l'insonnia fosse un coinquilino fastidioso ma inevitabile. Tipo i piccioni sul balcone o i vicini rumorosi: ti lamenti, ma non fai mai quella telefonata.

Perché?

"Tanto è normale, tutti dormono male"

Falso. Non è normale svegliarsi ogni mattina sentendosi investiti da un camion. Non è normale passare la giornata in modalità zombie, sostenuto solo da quattro caffè e la pura forza di volontà. Non è normale avere paura di andare a letto.

Certo, tutti abbiamo qualche notte difficile. Lo stress, un lutto, un cambio di vita, un periodo brutto – sono cose che succedono. Dormire male per qualche settimana quando attraversi una crisi è fisiologico.

Ma se sono passati tre mesi e ancora giri nel letto come un pollo allo spiedo, non è più "normale stress". È insonnia. E merita attenzione.

"Non è abbastanza grave da fare qualcosa"

Ah, il classico italiano che minimizza. "Mica mi sta cadendo un braccio." "Altri stanno peggio." "Sono solo un po' stanco."

Solo un po' stanco.

Sai cosa succede quando dormi male per mesi? Il tuo sistema immunitario si indebolisce (ti ammali più facilmente). La memoria peggiora (dove ho messo le chiavi?). L'umore crolla (sei irritabile, ansioso, o entrambi). La concentrazione al lavoro diventa quella di un bradipo sotto anestesia. Il rischio di depressione triplica. Quello di incidenti stradali raddoppia.

Ah, e il rischio di sviluppare malattie cardiache? Sale del 48%.

Ma tranquillo, "non è abbastanza grave".

"Ho già provato tutto"

Questa è la mia preferita. "Ho provato la camomilla." "Ho comprato il cuscino memory foam." "Ho preso la melatonina per due settimane."

E quando non ha funzionato (spoiler: non funziona), hai concluso che l'insonnia è incurabile. Sei condannato a vivere così. Fine della storia.

Peccato che "tutto" non includa, nella maggior parte dei casi, l'unica cosa che funziona davvero: la terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia (CBT-I).

Non sto parlando di pillole magiche o tisane alle erbe. Sto parlando di un protocollo terapeutico con circa l'80% di efficacia, riconosciuto come trattamento di prima scelta dalle linee guida internazionali. Ma se non lo conosci, non lo provi. E continui a convivere con l'insonnia pensando di aver "provato tutto".

"Non voglio prendere farmaci"

Sacrosanto. Anch'io non voglio che tu prenda farmaci, almeno non come soluzione principale.

I sonniferi funzionano? Sì, nel breve termine. Ti addormenti. Problema risolto, giusto?

Sbagliato. Perché il giorno dopo ti svegli intontito, con quella sensazione di nebbia mentale che ti accompagna fino a metà pomeriggio. E soprattutto perché i sonniferi non risolvono il problema alla radice. Stai solo mettendo un cerotto su una ferita che continua a sanguinare.

Quando smetti il farmaco (e prima o poi dovrai farlo), l'insonnia torna. Spesso peggio di prima. Perché nel frattempo non hai imparato nulla. Non hai cambiato i pensieri che ti tengono sveglio. Non hai modificato i comportamenti che mantengono l'insonnia. Hai solo addormentato il problema. Letteralmente.

"Non ho tempo"

Questa è l'obiezione regina. "Sono troppo impegnato per curarmi."

Traduzione: "Sono troppo impegnato per dormire meglio, avere più energia, essere meno irritabile, migliorare la mia salute fisica e mentale."

Capisci quanto suona assurdo?

E considera questo: quanto tempo perdi ogni giorno a causa dell'insonnia?

Ore passate a letto sveglio. Ore di lavoro in cui sei presente fisicamente ma il cervello è in stand-by. Ore sprecate a preoccuparti di quanto dormirai quella notte. Se sommi tutto, probabilmente perdi più tempo a convivere con l'insonnia di quanto ne impiegheresti a risolverla.

"Non so da dove iniziare"

Ecco, questo è onesto. E legittimo.

Il sistema sanitario non aiuta: il medico di base spesso ha dieci minuti per visitarti, ti prescrive un sonnifero e ti saluta. Gli specialisti del sonno sono pochi e con liste d'attesa chilometriche. Gli psicologi? Molti non sono formati specificamente sull'insonnia.

Risultato: navighi a vista, provi rimedi casuali, ti affidi a quello che dice tua zia o hai letto su Facebook. E quando niente funziona, ti arrendi.

Il problema non è che non vuoi risolvere l'insonnia. È che non sai come risolverla davvero.

Allora, cosa puoi fare?

Primo passo: riconoscere che l'insonnia non è "normale stanchezza". Se sono passati tre mesi e ancora dormi male, è un problema che merita attenzione. Non sei debole. Non sei esagerato. Hai un disturbo del sonno documentato che affligge milioni di persone.

Secondo passo: capire che l'insonnia non è incurabile.

Terzo passo: smettere di cercare la soluzione rapida. Il cuscino miracoloso, l'integratore magico, l'app rivoluzionaria. L'insonnia cronica si è costruita nel tempo, con mesi o anni di pensieri sbagliati e abitudini sbagliate. Serve un po' di pazienza per smontare quel meccanismo.

Quarto passo: fare quella telefonata. Parlare con qualcuno che conosce davvero l'insonnia.

La verità scomoda

Sai perché così tanti insonni non fanno nulla? Non è pigrizia. Non è nemmeno rassegnazione, non del tutto.

È paura di sperare.

Hai già provato così tante cose. Hai già sperato così tante volte che "questa volta sarà diversa". E ogni volta sei rimasto deluso. Quindi è più facile convincerti che l'insonnia è permanente piuttosto che rischiare un'altra delusione.

Ti capisco. Sul serio.

Ma c'è una differenza enorme tra provare l'ennesimo integratore a caso e seguire un protocollo terapeutico strutturato con decenni di ricerca scientifica alle spalle. Non è lo stesso tipo di tentativo. Non è la stessa probabilità di successo.

Il 46% degli insonni non fa nulla perché pensa di averle già provate tutte.

Ma probabilmente non hanno ancora provato l'unica cosa che funziona davvero.

Il Dott. Francesco Giampaolo è psicologo iscritto allAlbo degli Psicologi del Lazio (n° 30933). Riceve a Roma (Ostiense) e online, adolescenti ed adulti, fornendo supporto a chi affronta insonnia, ansia, stress, disregolazione emotiva, processi di elaborazione del lutto, e altro.

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Dott.Francesco Giampaolo

Psicologo - Roma

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