Problema sociale per mia figlia di anni 13
Buongiorno, mia figlia di quasi 14 anni, dalla prima media, ha un'amica con la quale è molto legata; fanno sempre tutto assieme. La sua amica, dalla fine dell'anno scolastico scorso, ha avuto qualche problema legato alla sua sessualità che le ha portato diverse problematiche. È andata in terapia e sembrava che le crisi le fossero passate, tanto che uscivano spesso, quasi due o tre volte la settimana. Ad un certo punto, le crisi sono riapparse ed ora questa sua amica sta sempre da sola, non vuole uscire e si è chiusa in se stessa; mia figlia quindi è da sola anche lei. Ha fatto amicizia con le altre ragazze della classe, ma dato che fino ad ora assieme a loro non era mai uscita, adesso non se la sente di entrare in gruppi e dinamiche di cui non ha mai fatto parte e quindi, di rimando, non esce più. Come posso aiutarla? Grazie.
Gentilissima,
Sua figlia sta affrontando una situazione delicata: il cambiamento di una amicizia significativa, un improvviso senso di solitudine e la difficoltà di inserirsi in gruppi sociali già consolidati. Tutto questo a quasi 14 anni, un'età caratterizzata da profondi cambiamenti fisici, emotivi e sociali.
Mi permetto, sperando di aiutare, alcuni suggerimenti per supportarla in questa fase:
Validare i suoi sentimenti: È fondamentale riconoscere la legittimità delle sue emozioni. La perdita, anche temporanea, di un'amicizia importante può generare un vero e proprio processo di elaborazione simile al lutto. Eviti espressioni come "troverai presto nuove amiche" o "non è poi così grave". Per un'adolescente, queste situazioni hanno un impatto emotivo considerevole che merita di essere rispettato.
Ricordi che è normale che gli adolescenti attraversino fasi di riorganizzazione sociale. A volte i genitori possono sentirsi impotenti di fronte a queste dinamiche, ma il solo fatto di essere presenti, attenti e non giudicanti costituisce già un supporto fondamentale. Tuttavia è anche bene tener presente la frequenza e l'intensità dei comportamenti problematici, come ad esempio il "non esce più", per decidere se si abbia bisogno di un aiuto esterno.
Le transizioni amicali possono essere dolorose ma spesso portano a nuove opportunità di crescita e a relazioni più adatte alla persona che sua figlia sta diventando e alla personalità che sta costruendo.
Come capirà è impossibile rispondere in maniera "decisa", fornendole una risposta "esatta".
Spero tuttavia che la risposta le sia utile e gradita.
Cordialmente
Psicologo - Roma