Come trovare serenità

Buongiorno, Sono una donna di 38 anni e scrivo perchè non so bene cosa dovrei fare per riuscire a liberarmi delle angosce che mi porto dietro, in passato ho già intrapreso un percorso di psicoterapia e nell'immediato mi pareva di aver imparato ad accettare e gestire le mie emozioni, ma dopo un pò di tempo credo di essere stata inghiottita di nuovo nel vortice da cui vorrei liberarmi, il tutto dovuto forse anche dalle difficoltà che si sono susseguite nella mia vita e che ci sono ancora. Il primo approccio con la psicologa l'ho avuto nel momento di crisi del mio matrimonio, su richiesta del mio ex marito che voleva cercare di recuperare il rapporto a seguito di un tradimento da parte mia, in realtà poi mi sono resa conto che io non volevo recuperarlo, mi sono resa conto che avevo accettato di sposarlo solo perchè i miei genitori ed i parenti mi facevano pressioni perchè aspettavamo un figlio e volevano che fossimo sposati, ma nonostante i quasi 10 anni insieme io non lo amavo più, in realtà non so se io l'abbia mai amato sul serio, per lo meno l'amore che intendo io. Di fatto quando ho scelto di stare con lui, ho fatto questa scelta perchè avevo vissuto una serie di storie malsane che non volevo più rivivere, ed ho scelto il "bravo ragazzo" con cui scappare da casa e farmi una vita mia, ma di fatto non c'è mai stata passione tra noi, sembravamo una coppia di 90enni, ed un giorno a 30 anni mi sono chiesta se volessi davvero questo, la noia. Sicuramente anche l'arrivo di mio figlio mi ha cambiata profondamente, di fatto avrei desiderato un parto diverso, stare con mio figlio a casa in tranquillità ed invece mio figlio è nato prematuro ed è stato due mesi in ospedale, di cui una parte in terapia intensiva, non respirava e non mangiava autonomamente, al suo secondo giorno di vita mi hanno comunicato che a causa della prematurità aveva avuto un'emorragia cerebrale e che avrebbe quasi sicuramente riportato danni a livello motorio, è stato straziante per me e mi sono annullata completamente per dare supporto ed esserci sempre per mio figlio, ma mi sembrava che mio marito non capisse, e non mi stesse abbastanza vicino, io ero distrutta e mi sentivo vuota, tornavo a casa e non avevo il mio bambino. Comunque al mio ritorno al lavoro mi sono avvicinata ad un collega che conoscevo da tempo ma che non avevo mai visto sotto il profilo sentimentale, e da lì abbiamo iniziato una storia, molto bella ma clandestina, io sposata da un anno e con un bambino di sei mesi e lui con moglie e figli, anche lui aveva bisogno di affetto perchè la storia con sua moglie non andava bene, e ad un certo punto mio marito ha scoperto di questa mia relazione, all'inizio mi ha chiesto le motivazioni che io gli ho dato in modo molto sincero, forse troppo a volte, pensandoci ora credo volessi ferirlo, per non essermi stato vicino, perchè non mi rendeva felice, perchè pensava più a se che a noi, poi ha cercato di rimediare ricoprendomi di attenzioni ma non serviva più, per anni ho dovuto sopportare una vita sessuale terribile, con lui che mi offriva 5 minuti di sesso ed alle mie richieste di altro, anche preliminari mi rispondeva di essere stanco... ho sopportato il suo avere tempo per tutti ma non per me, nemmeno quando ci siamo sposati siamo andati a fare una vacanza, perchè la sua risposta era che non c'erano mai abbastanza soldi, ho dovuto aspettare che lui si sentisse pronto per avere un figlio quando io lo ero da tanto tempo, mi faceva pesare le mie passioni, i miei interessi, una volta dopo che gli ho detto che avrei voluto fare un corso per avere nuove competenze lavorative e quindi più possibilità economiche mi ha risposto che però dovevo ricordarmi che avevo una casa ed una famiglia, mi faceva pesare anche i pochi soldi che spendevo per me. Si chiederà perchè ho scelto di stare con una persona così...mi sembrava una brava persona con cui poter andare via di casa, non ho un bel vissuto con i miei genitori, con mia sorella più piccola non parlo nemmeno più, mi cercava solo per aiutarla in qualcosa, per farle favore, ma non mi degnava mai nemmeno di un come stai. Sui miei genitori potrei raccontare milioni di cose, la seconda volta che sono andata dalla psicologa ci sono andata dopo essermi separata per prendere in mano la mia vita e cercare di risolvere i miei traumi infantili e adolescenziali. Con i miei genitori, non ho un gran rapporto, parliamo del più e del meno ma non parlo delle cose importanti per me, intendo dei miei sentimenti, della mia vita privata, non ci riesco, quando da bambina ci provavo non mi ascoltavano e ad un certo punto ho smesso di parlare con loro, mi hanno detto tante volte che non dovevo lamentarmi. Mi hanno sempre detto cose poco carine, diciamo che poi con il tempo e con la mia distanza i rapporti sono migliorati. Mio padre mi picchiava, per qualsiasi cosa, anche cose per cui non avessi colpa, una volta mi ha picchiata davanti a scuola perchè il papà della mia compagna di classe si era dimenticato di venirci a prendere, una volta a a 7 anni mi ha picchiato perchè il figlio di amici dei miei genitori, molto più grande di me, mi aveva preso in braccio, e mi ha detto che non dovevo sedermi in braccio agli uomini, questa sua ossessione per l'aspetto sessuale nella mia vita c'è stata sempre, mi ha detto di essere una puttana perchè mi ha visto seduta davanti ad un ragazzo sul motorino, mia mamma quando ha scoperto che a 16 anni ero andata al consultorio per farmi prescrivere la pillola anticoncezionale mi ha detto che adesso avrei dovuto sposarmi con questo ragazzo e che in ogni caso lei non mi riconosceva più come sua figlia, non mi ha parlato per giorni. Mio papà una volta mi ha picchiata perchè ho insistito a chiamare una bambina vicina di casa per giocare con me, dicendo che non dovevo rendermi ridicola e chiedere l'elemosina a chi non voleva giocare con me, e l'ho sentito vantarsi tante volte del fatto che quando io avessi pochi giorni di vita mi ha tirato una sculacciata così forte da farmi mancare il respiro, e questo per farmi smettere di piangere perchè non ne poteva più. Mi diceva di non piangere quando mi picchiava perchè non ce n'era motivo. Per i miei genitori non sono mai stata abbastanza brava, bella, intelligente...qualsiasi cosa, era un continuo paragonarmi agli altri ma ovviamente io non eccellevo mai al confronto. Da adolescente ho avuto problemi con il cibo, a scuola avevo cominciato ad essere bullizzata perchè avevo qualche kg in più, non vestivo alla moda come gli altri, e non avevo la libertà di uscire come i miei compagni. Ho cominciato a ridurre il mio peso, ero ossessionata dal mio peso, cercavo di non mangiare e passavo ore in palestra, cercavo solo di piacere agli altri, poi però sono passata ad essere considerata esclusivamente per come apparivo e mi trattavano come una bella ma stupida, non si soffermava nessuno a vedere cosa avessi da dire, chi fossi dentro. Ho desiderato tante volte morire, perchè non ce la facevo più e quindi quando ho trovato un bravo ragazzo che mi pareva che mi volesse bene e fosse rispettoso nei miei confronti l'ho usato per scappare. La separazione è stata dura, non perchè non fossi sicura della scelta o mi dispiacesse più di tanto, ma perchè il mio ex marito è rancoroso, e quindi ha cominciato a chiamare e messaggiare con l'uomo con cui mi vedevo, rovistava nei miei cassetti, mi controllava, ed io trovavo assurdo questo modo di fare visto che ci eravamo lasciati, si è vero sulla carta eravamo sposati ma credo che conti di più quello che una persona prova che non un contratto. Ha cercato di sabotare il mio rapporto con quest'uomo, lui per paura che questo influisse sul rapporto con i suoi figli da prima ha cercato di dissuadermi dallo stare insieme, e per qualche mese il nostro rapporto si è limitato a qualche messaggio, poi siamo tornati insieme. Alla fine credo di aver capito che il mio ex non fosse questo bravo ragazzo che immaginavo, e non per queste ripicche nei miei confronti, ma perchè ho scoperto una persona molto egoista, anche nei confronti di suo figlio, per anni non mi ha dato nulla per suo figlio e anzi mi ha quasi rinfacciato che io prendessi più di lui e quindi lui fosse giustificato a non darmi nulla perchè non ce la faceva. Lui ha un lavoro da 20 anni, lo stesso, un posto fisso, quella dove abitavamo era stata intestata solo a lui e quindi mi ha chiesto di andarmene, quando l'ho lasciato avevo un lavoro part—time e non avevo un posto dove andare, avrei potuto chiedere al giudice un assegno per me e la casa, invece ho deciso di andare a stare momentaneamente con i miei genitori e cercare di ricostruirmi una vita, ho dovuto lasciare mio figlio con suo padre per un anno finchè non trovassi una casa per noi e nonostante questo ero io a versare l'assegno di mantenimento a lui perchè mio figlio stava lì, ho cercato un altro lavoro full time, ho fatto un mutuo per comprare casa ed ho fatto tutto da sola, mi sono ripresa mio figlio e lui mi ha rinfacciato che avessi cambiato stile di vita, perchè finalmente mi concedevo la parrucchiera, che guadagnavo più di lui, peccato che io ancora oggi faccio due lavori, e mi sono iscritta all'università per migliorarmi e perchè era il mio sogno. Quando gli ho chiesto il divorzio ho chiesto che nostro figlio passasse lo stesso tempo con lui e con me, e lui ha preso la palla al balzo e mi ha detto allora se è uguale il tempo non scriviamo che serve il mantenimento per nostro figlio, questo il suo primo pensiero. Detto ciò sono felice di essermene liberata anche se ancora oggi a volte, cerca di mettermi in cattiva luce o mi fa sentire in colpa per alcune cose. Nel frattempo la mia storia con questo uomo è continuata e si è fatta più seria, tanto che ad un certo punto gli ho chiesto di dirmi se avesse mai lasciato sua moglie per me perchè non avrei accettato di vivere così ancora, lui mi ha risposto di si ma ho dovuto aspettare tanto perchè questo accadesse perchè lui non pensava che fosse il momento giusto per via dei suoi figli, suo figlio in particolare che ha una malattia rara, alla fine dopo esattamente 5 anni l'ha lasciata, ha avviato le pratiche per la separazione e ha trovato un appartamento dove andare in attesa di rendere nota la nostra relazione e andare a vivere insieme. Sono felice di questo davvero, anche perchè per lui provo un amore che non ho mai provato prima, con lui sono me stessa, anche quando discutiamo io non mi trattengo dal dire quello che penso, e prima l'ho sempre fatto, non ho paura di mostrarmi per come sono, io e lui dall'inizio abbiamo sempre avuto grande feeling sessuale ma anche intellettivo, ci amiamo molto, però non posso nascondere che un pò ce l'ho con lui per avermi fatto aspettare tanto, è vero che lui dall'inizio mi ha detto che sarebbe voluto del tempo perchè non se la sentiva lasciare sua moglie con suo figlio a quell'età, e sono io che gli ho detto che mi andava bene ed è stato così per un pò, ma poi è stato insopportabile, nascondersi di continuo, non poter parlare di lui agli amici, andare in vacanza da sola, e so anche non tutti abbiamo gli stessi tempi, probabilmente io sono impaziente, solo che per me è stata dura, anche perchè sono una persona che pensa continuamente al peggio, ci sono state degli imprevisti che hanno allungato i tempi in questi anni ed io vivo con il terrore che potrebbe succedere qualcosa da un momento all'altro e vada tutto in fumo, non so, forse ho sopportato così tanto che ora vorrei un pò di serenità. Io sono una persona che ha bisogno della presenza fisica della persona che ama, ho bisogno di condividere i momenti ed ho bisogno di parlare, di quello che sento, dei nostri sentimenti, cosa che lui fa ma con fatica e io non so come fare per riuscire a comunicare efficacemente ed intimamente con lui senza che si senta sopraffatto da me quando io perdo la pazienza, e poi comincio a farmi prendere dai pensieri negativi e comincia a venirmi l'ansia. L'altro aspetto che mi porta molta ansia è il lavoro, ho cominciato questo lavoro con molta felicità e piena di aspettative, dopo la mia separazione, finalmente facevo il lavoro che volevo, mi sembrava di poter essere in un posto dove non dovevo continuamente guardarmi le spalle da tutti ma potevo sentirmi a mio agio, lavoro in un sindacato e quindi davo per scontato che certi valori fossero presenti e invece mi sono sbagliata, ho una responsabile che mi rende la vita difficile ma non è sempre stato così, all'inizio stravedeva per me, mi ha assunta lei, mi lasciava mansioni di responsabilità, mi utilizzava come il jolly che compre tutte le mancanze di tutti ed io ero fiera di questo, forse a tratti mi sono sentita sfruttata ma non pensavo che fosse voluta questa cosa. Poi non so bene cosa sia successo, più di qualcuno che lavora qui e la conosce da prima sostiene che lei abbia visto in me una persona troppo competente e poco manipolabile, fatto sta che ha cominciato a cambiare atteggiamento con me, ha cominciato a denigrarmi e parlare male di me in corridoio, davanti ad altri colleghi, anche con persone estranee, sostenendo che io faccio degli errori, non faccio bene il mio lavoro, ha detto ad altri colleghi di non parlarmi direttamente di alcune cose di lavoro perchè tutto deve passare attraverso lei. Ha cominciato a svuotarmi dei compiti che avevo, anche su parti del mio lavoro che ora fa lei e tutto questo mi rende dipendente da lei, dai suoi tempi. Se può nemmeno mi saluta, non risponde alle email, se le chiedo dei dati che mi servono per lavoro mi ignora, ingigantisce ed esaspera ogni mio piccolo errore, manda colleghi a fare finta di chiedermi qualcosa per vedere cosa sto facendo e controllarmi, non passa le informazioni ed evita che io partecipi a corsi di aggiornamento e quant'altro perchè così lei è l'unica a sapere tutto. Lei è una persona molto egocentrica e narcisista, se io parlo con qualche collega lei arriva e si intromette nella discussione senza un minimo di educazione e parla dei fatti suoi, deve far sapere i suoi fatti privati a tutti pur di avere attenzioni continue, è una manipolatrice con le persone e non ha rispetto per nessuno. A detta sua lei è l'unica che manda avanti la "baracca" l'unica brava e l'unica che sa fare tutto e senza di lei "siamo tutti cagati". Ho provato diversi approcci con lei, la precedente psicologa mi aveva consigliato di provare a darle ragione e scrivere tutto per ovviare un pò al problema ma non funziona, io scrivo e lei non risponde, lei mi parla a voce senza nessuno che senta, modifica il mio lavoro senza chiedermi, è diventato insostenibile, non ho più voglia di andare a lavorare, sto cercando di trovare altro, ma non vorrei per l'ennesima volta nella mia vita rinunciare a quel poco che mi sono guadagnata e trovare un lavoro dove ricomincio da capo e prendo meno (considerando che non prendo molto), senza contare che non posso buttarmi alla cieca perchè ho un figlio ed un mutuo da pagare, inoltre mi manca un esame e la discussione della tesi e vorrei provare a finire questo e magari avere anche più possibilità lavorative dopo la laurea ma davvero è diventato insostenibile, lei mi mette sotto pressione, mi da dei compiti un giorno prima della scadenza e io non lavoro bene così sotto pressione, e mi rendo conto che poi finisco per fare errori grossolani per poca concentrazione. Comincio a sentirmi insofferente quando so che devo tornare al lavoro, ad esempio durante il week end, e ho degli episodi in cui mi manca il respiro, ho la tachicardia e mi sento come se avessi un macigno sul petto, ho difficoltà a dormire, quando entro sul posto di lavoro ho la nausea e tutto questo sta diventando insostenibile. Scrivendo tutto questo penso che davvero ho una vita che è un casino, e mi dispiace se sono stata caotica ma le parole sono uscite come un fiume in piena, non credo che sarei stata in grado di dire tutto ciò in un'unica seduta se avessi dovuto parlare, non sono bravissima a farlo quando devo parlare di come mi sento, e se mi fossi soffermata troppo sulla forma avrei finito per non scrivere più, per paura di sembrare lamentosa, stupida. Grazie per avermi ascoltata

Buonasera, la sua storia è molto accurata e ricca di dettagli.

Se ha piacere le consiglio di avvicinarsi ad un percorso psicologico per sciogliere i suoi dubbi. Ho letto che ha già fatto terapia ma a volte inciampiamo di nuovo e abbiamo bisogno di altri punti di vista.

È anche un luogo dove sfogare e lasciare andare pensieri oltre che imperare nuove strategie.

Rimango a disposizione,

Dott.ssa Casumaro Giada