Mi sento una traditrice cronica

Buongiorno, vi scrivo perché da anni credo di avere un grosso problema e mi piacerebbe avere il parere di qualcuno che ha studiato e conosce magari questi argomenti nel dettaglio… Premetto che avrei sempre voluto farmi seguire da uno psicologo ma ho sempre paura di affrontare la situazione, ma so che sarebbe giusto e che prima o poi lo farò perché credo che farmi aiutare sia anche il modo per uscire da questo loop infinito di continui sbagli. Ho 26 anni e nel corso degli anni (da quando ne ho 16) ho avute diverse relazioni serie, per la precisione 4, ciascuna delle quali non è mai durata più di un anno e mezzo. E alcune occasionali. Ora sono attualmente fidanzata con un ragazzo di qualche anno in più di me, ci frequentiamo ormai da due anni e paradossalmente anche se mi sento felice con lui e lo amo, l’ho tradito. L’ho tradito come ho fatto con il mio primo ragazzo e come ho fatto anche con il terzo. Credo di autoconvincermi che il tradimento di quando avevo 16/17 anni (la mia prima relazione) fosse solo perché avevo voglia di provare altro, volevo evadere da quella monotonia che vivevamo, pur vedendoci davvero poco. Volevo scoprirmi e scoprire il mondo, ma non mi giustifico e so benissimo che è stato sbagliato. Ci siamo lasciati dopo qualche settimana per causa dei miei sensi di colpa e data la giovane età ed essendo che quella era la nostra prima relazione, il dolore per la rottura e il mio sentirmi in colpa sono passati subito dopo qualche mese. Ma mi sono sempre chiesta perchè l’avessi tradito e perché io non abbia avuto il coraggio di lasciarlo prima piuttosto. Ho troncato poi subito anche la relazione con l’amante perché ho capito che era stata più una cosa fisica che altro. Nella mia seconda relazione ho vissuto l’amore più forte che io abbia mai provato, era qualcosa che mi faceva letteralmente levitare da terra, mi sono sentita amata anche fin troppo (e viceversa) ma a causa di un problema di depressione di lui, ha voluto chiudere la relazione per concentrarsi su di sé e “ricostruirsi” (era seguito da psicologo e psichiatra). Mi ha lasciata da un giorno all’altro con poche spiegazioni e per mesi io gli sono stata dietro sperando si riprendesse e tornasse da me, si è ripreso ma non è mai tornato. Ho passato un anno intero dove penso fossi depressa, non avevo voglia di fare niente, nemmeno di mangiare, non mi andava di uscire e non riuscivo nemmeno più a studiare. Piano piano con la consapevolezza che il tutto non fosse finito a causa mia ma appunto per il fatto che i problemi personali fossero solo suoi, sono riuscita a ritornare alla mia normale vita (con tanta fatica). Ho conosciuto poi un bravissimo ragazzo (la mia terza relazione) con il quale ho passato un anno e qualcosa, fino a quando non ho incontrato il mio attuale ragazzo, il quale al tempo mi ha fatto letteralmente perdere la testa. Questa terza relazione è stata importante credo perché mi ha fatto riscoprire cose che avevo voluto dimenticare dopo il trauma subito dalla seconda relazione, stavo bene ma sentivo che questo ragazzo non mi stava dando il 100% di quello che avrei meritato e nel giro di qualche mese mi sono trovata follemente innamorata del mio attuale ragazzo, l’amante. All’inizio la nostra era una relazione “clandestina” che durava appunto da qualche mese, fino a quando non ho trovato il coraggio di dire la verità al ragazzo con cui stavo e l’ho lasciato. Ma per mesi ho continuato a mentire e non capisco nemmeno qui perché io l’abbia tradito se avevo già capito dentro di me che forse non eravamo fatti l’uno per l’altra. Mi piaceva la tranquillità e la stabilità del rapporto ma mi piaceva di più la sensazione che provavo quando ero con l’amante, quella trasgressione, quel sentimento così forte. Dopo circa 5 mesi dopo la rottura mi sono fidanzata con l’amante nonché il mio attuale ragazzo e ho giurato a me stessa e a lui fedeltà. Mi sono promessa che non l’avrei mai tradito e non avrei mai rovinato le cose perché ci tenevo davvero tanto. L’ho amato follemente fino a quando non ho incontrato una persona che mi ha nuovamente fatto perdere la testa, fisicamente, mentalmente e sessualmente parlando. Non ho problemi di nessun tipo con il mio ragazzo credo, sto bene e lo amo, mi fa sentire speciale e mi dà stabilità e sentimento… ma davvero non capisco il mio bisogno di trovare sempre qualcosa d’altro, di essere invaghita da qualcuno e di cedere poi sempre a quella tentazione. Perché non riesco a trattenermi? Perché mi innamoro o mi invaghisco sempre di qualcun altro? Non volevo assolutamente tradirlo, è una brava persona e mi piacerebbe costruire un futuro con lui e so che lui vorrebbe lo stesso con me, si parla di convivenza e nel futuro magari di famiglia. Ma davvero questa volta non mi capacito di come io abbia fatto a sbagliare così, è come se il sentimento di trasgressione, adrenalina e intesa che provo con questo ragazzo sia più forte di un amore vero e puro. Mi spiace essere stata prolissa ma volevo dare un quadro generale abbastanza chiaro. Perché tradisco e perché mi piace farlo? Mi sento in colpa ovviamente ma dall’altra parte mi fa stare bene. Questa volta non voglio rovinare tutto e vorrei davvero trovare una soluzione.

Buongiorno Federica,

ho letto la sua lunga lettera, che mi ha colpita per la sua capacità di leggersi dentro e la sua onestà intellettuale.

Sarà una coincidenza, ma subito dopo aver letto il suo scritto mi sono imbattuta in  questa lettera di Jung, un famoso psicanalista, che mi sembra scritta apposta per lei, ma non solo.

Gliela copio e le auguro che questa riflessione di uno che di psiche ne capiva, le dia la spinta per avvicinarsi alle sue parti che la spaventano.

Ma ricordi il detto che il lupo è sempre più brutto di come uno se lo immagina.

Un augurio

Giordana Milani

"E' facile amare qualcun altro,

ma amare ciò che sei,

quella cosa che coincide con te,

è esattamente come stringere a

sè un ferro incandescente:

ti brucia dentro, ed è un vero supplizio.

Perciò amare in primo luogo qulcun

altro è immancabilmente un fuga da

tutti noi sperata, e goduta, quando ne

siamo capapci. Ma alla fine i nodi

verranno al pettine: non puoi fuggire

da te stesso per sempre,

devi fare ritorno,

ripresentarti per quell'esperimento,

sapere se sei realmente in grado d'amare.

E' questa la domanda

-sei capace d'amare te stesso?-

esarà questa la prova"

-Carl Iung-

da Passione per la psicologia

domande e risposte

Dott.ssaGiordana Milani

Psicologo clinico - Biella

  • Disagio o difficoltà relazionali sociali, di coppia o familiari
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