Dott.ssa Giorgia Liberatoscioli

Dott.ssa Giorgia Liberatoscioli

Psicologo, Psicoterapeuta

Mi sento come se stessi sviluppando indifferenza totale per tutto

Salve! Allora, ho 19 anni e da qualche anno a questa parte non so più cosa mi stia succedendo. Sono stato molto male fino all'anno scorso, male del tipo crisi di pianto, nervosismo al massimo, voglia di star solo e non vedere nessuno, arrivando al punto di non riuscirne a parlare con i miei, non perché non volessi, ma perché sentivo un blocco, o molto probabilmente non sapevo neanche io cosa avessi, ma stavo davvero male. Tutto questo tutti i giorni, per un anno. Ho iniziato a non andare più a scuola a causa delle precendenti bocciature e dall'ansia che mi assaliva la notte prima negandomi il sonno e il mattino dopo, alla vista di tutti i miei compagni di classe. Questo fino a quando ho deciso di mollarla del tutto per un anno intero, e forse lì ho iniziato a riprendermi. Sono stato anche da una psicologa nel frattempo e tutto sembrava andare per il meglio quando ero lì, in quello studio. Mi sentivo al sicuro. Poi col passare del tempo i miei hanno iniziato a non mandarmici più a causa della mancanza di soldi e anche della loro sfiducia nei suoi e miei confronti. Miei perché iniziarono a convicersi che io ci “marciassi sopra“ a questa situazione, mentre nei suoi, perché a loro parere non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. Poi, dopo un po' di tempo senza psicologa, sono andato da uno psichiatra che mi ha diagnosticato la depressione e che poteva essere causata da alcuni farmaci che prendevo per il trattamento dell'epilessia. Da lì iniziammo un percorso, ma finì presto a causa di varie discussioni con i miei genitori e sempre per un loro parere. Le cose sembrano andare meglio, cioè niente più pianti, crisi o voglia di chiudersi dentro casa, ma ho paura che non sia così. Mi sento come se stessi sviluppando indifferenza totale per tutto, tranne in alcuni momenti in cui penso al mio futuro, a cosa farò, se riuscirò ad uscire da scuola, alla paura di fallire e deludere ulteriormente i miei genitori. Arrivo anche a pensare di farla finita, ma per quanto possa provarci, non ne ho il coraggio necessario. Ho paura di fallire ancora e ritrovarmi un futuro che non è minimamente ciò che avrei voluto, ritrovandomi solo, o peggio, con qualcuno a cui sarò di peso e per niente d'aiuto.

Buonasera Simone,

la sofferenza di cui parla, nelle sue mutevoli forme (prima più palese, oggi più sotterranea) mi appare come qualcosa di profondo ed acuto, sono quindi convinta che meriti uno spazio in cui essere espressa, accolta, compresa e gestita nel modo più adeguato.

Sono molto dispiaciuta per tutti gli ostacoli che ha dovuto affrontare nel cercare e nel mantenere l'aiuto di un professionista, ma ci tengo anche a sottolineare come la sua tenacia contenga già una risorsa preziosa che lei possiede e che le sarà sicuramente d'aiuto nel suo percorso.

Quando è iniziato questo periodo di malessere lei era minorenne, ma oggi ha l'età per muoversi autonomamente e prendere le sue decisioni.

Il mio consiglio è quello di non farsi scoraggiare dalla mancanza di sostegno che ha intorno (di sicuro la sua famiglia è convinta di agire nel suo interesse, ma probabilmente, almeno al momento, non ha gli strumenti adatti per starle vicino nella scelta di un percorso terapeutico), ma di cercare ancora (con la persona con cui ha già lavorato o con un'altra) l'aiuto di cui ha bisogno per uscire da questa fase di disagio ed affrontare la vita che desidera e merita con gioia.