Dott.ssa Giovanna Bonavolontà

Dott.ssa Giovanna Bonavolontà

Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt

Come aiutare un ragazzo introverso a relazionarsi

Buonasera,
sono una mamma di 47 anni con un figlio di 19 anni, che fa molta fatica a relazionarsi.
Di seguito la nostra storia in sintesi:
mi sono separata quando mio figlio aveva 18 mesi, perciò per lui crescere con i genitori che non vivevano insieme era normale. Io sono tornata da mia mamma che proprio qualche mese prima era rimasta sola, visto che il mio papà era venuto a mancare. (abbiamo vissuto insieme fino a 3 anni fa quando è mancata anche lei), quindi ci siamo aiutate a vicenda.

Ho vissuto sempre e solo per lui, come è giusto che sia per un genitore, ma il padre diciamo che non è mai stato molto presente, si limitava a stare con lui nei week end alternati e farsi sentire ogni tanto, da un po di anni è piu' presente e cerca di coinvolgerlo in attività (tipo soft air).

Da bambino, all'asilo, era abbastanza socievole, anche alle elementari. Poi alle medie ha cominciato a cambiare,aveva un amico del cuore che poi a suo dire l'ha tradito. Non ha mai sviluppato amicizie e non fa gruppo, tende ad isolarsi e non esce di casa. Guarda film e gioca con videogiochi..gli piace andare al cinema e fin da piccolo gli son sempre piaciuti gli animali.

Ancora adesso, ogni tanto, andiamo in qualche parco faunistico od oasi del wwf. Io sono sinceramente preoccupata perchè non è giusto per un ragazzo della sua età stare chiuso in casa. Lui mi dice di non preoccuparmi che sta bene così, si sente un lupo solitario...da circa 3 anni e mezzo ho trovato un nuovo compagno e all'inizio ho faticato a farlo entrare nella vita di mio figlio, ora l'ha accettato, perchè mi vede serena.
Spero possiate aiutarmi e darmi qualche consiglio, vi ringrazio dell'attenzione ed attendo una vostra cortese risposta.

Cordiali saluti


Gentile Sabrina,

mi colpisce molto la frase “Ho vissuto sempre e solo per lui, come è giusto che sia per un genitore”.

Quel “sempre e solo” è ricco di amore ma anche di responsabilità, che una madre nei confronti del figlio si prende volentieri , ma che, al contrario un figlio di 19 anni non può prendersi nei confronti dei propri genitori per essere  un figlio ideale. Da ciò che racconta dell’infanzia del ragazzo, sembra non ci sia stato nessun evento scatenante o problema significativo: ha avuto delle relazioni amicali buone  fino alle medie  ed ha accettato il suo nuovo compagno. Il “tradimento” dell’amico e l’attitudine con gli animali parlano di una sensibilità spiccata ed anche di delicatezza che ha bisogno di tempo per essere riconosciuta ed apprezzata soprattutto da un ragazzo in questa fase della vita. Mi chiedo però quanto tempo trascorra  alla televisione  o con i videogiochi ed eventualmente se avete mai momenti di dialogo rispetto alle problematiche tipiche di questa età.  Anche gli scontri ed i diverbi sono sintomi di una capacità a relazionarsi che, in quest’età difficile, deve maturare ed evolvere in qualcosa di più consapevole. Mi viene da dirle che la sua  personale serenità  affettiva è il miglior esempio  e sostegno per un ragazzo che sta cercando la propria strada in questo mondo, la prova tangibile, dalla storia di vita che racconta, che si può passare dall’essere da soli all’amore,  rispettando i tempi della propria crescita personale.

Nella speranza di esserle stata d'aiuto