Dott.ssa Giovanna Cappello

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Dott.ssa Giovanna Cappello

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare

Come posso aiutare il mio ragazzo depresso

Buongiorno,
Scrivo perché sono molto preoccupata per il mio ragazzo. La nostra è una storia complicata, ma tra mille problemi (soprattutto miei, che non sto ad elencare perché ci vorrebbe un post a parte), stiamo insieme da quasi cinque anni (abbiamo entrambi 27 anni). Io sono un'infermiera e lui un medico al secondo anno di specializzazione.
Stiamo insieme dall’età di 23 anni, ci siamo conosciuti all’università. Io ho anche un bambino di quasi sei anni (non suo), che quando ci siamo messi insieme aveva un anno e un mese.
Lui ha sempre un po’ sofferto il fatto che avessimo poco tempo da passare da soli e che io fossi poco presente nella sua vita sociale (per via del bambino). Ma abbiamo sempre fatto molte cose insieme, anche viaggi impegnativi.
Tuttavia, succede spesso che lui ad un certo punto (spesso coincide coi periodi invernali) decida di dire basta. Per una lite stupida o una frase uscitami male fa scenate alluncinanti in cui dice che è finita, che non ce la fa più. Sarà successo circa cinque volte. Impazzisce, ma poi torna sui suoi passi e tutto torna come prima. Dice che spesso è difficile, che si sente incastrato.
Da quando ha iniziato sta maledetta specialità le cose sono peggiorate: è nervoso, irritabile, a tratti quasi apatico. Durante il week end se non ci sono le condizioni meteorologiche giuste o se non trova gente per andare ad arrampicare o in montagna è capace di starsene a letto a dormire, perché lui ha bisogno di fare cose visto che non ha possibilità di farlo in altri momenti della settimana e se non può farlo cade in uno stato di disfattismo totale dove pare che nulla abbia senso.
Io cerco di assecondarlo perché vorrei vederlo sereno (anche se questo significa che spesso ci vediamo solo un giorno alla settimana perché non viviamo insieme) ma ultimamente pare sia infastidito da tutto e tutti. Non gli piace il suo lavoro, non sta bene coi suoi amici, non sta bene neppure andando in montagna perché comunque non ci va tanto quanto vorrebbe e non riesce a dare il suo massimo. Sono due settimane che, dal nulla, non sa più ne se mi ama ne se vuole stare con me. Perché non prova nulla, a tratti fastidio. Fastidio verso di me e verso il mondo in gerenale. Si sente intrappolato da me, dal fatto che ho un bambino che richiede attenzioni e presenze e che ci limita perché comunque lui si trova a dover scegliere tra fare cose per bambini o vivere la vita di un normale 27 enne. Io lo capisco anche, da ragazza madre mi capita di aver bisogno di fare cose da “ragazzina” (come dice mia madre in tono dispregiativo e giudicante quando le chiedo se posso uscire di sera), ma non credo che le due cose siano mutaualmente escludibili.
Io credo che alla base ci sia un non so bene quale disturbo dell’umore (ciclotimico? Ipomaniacale? Depressione?). Gli ho detto più volte che secondo me ha un problema e che parlarne con qualcuno potrebbe giovargli... ma non mi ascolta. E sta male, dice anche che spesso pensa di farla finita, che non vede vie di uscita. E io sono sconvolta e vorrei tanto aiutarlo ma non so come.

Alessandra salve da quello che scrive si capisce bene quanto lei tenga al suo ragazzo ed alla vostra storia e lei deve essere molto in gamba a gestire cosi giovane figlio,lavoro e relazione. Nella lettera parla soprattutto delle difficoltà del suo ragazzo, professionali e personali, che sembrano non risparmiare anche la vostra relazione. Come lei ha scritto e ben capito il suo ragazzo ha bisogno di un aiuto psicologico per poter capire e gestire i suoi problemi.Lei ha fatto la sola cosa che si può fare nei confronti di una persona cara che mostra disagio: ovvero evidenziare lo stato di disagio e suggerire di rivolgersi ad un professionista ai fini di un aiuto psicologico. Il mio pensiero va anche a lei, accenna a vari problemi che però omette.Mi chiedo come mai pensa prima al suo ragazzo, quando si occupa di lei e delle  sue difficoltà? quelle che può avere e aver avuto. Mi riferisco all'essere ragazza madre e all 'affrontare tanta instabilità in questa relazione.Quando ci occupiamo troppo degli altri, non possiamo occuparci di noi perchè già impegnati. Così ci allontaniamo da noi e perdiamo anche il limite tra le quelle che sono le nostre necessità e quelle degli altri arrivando a confonderle. Le consiglio di riflettere su questi piccoli spunti di riflessione, augurandole ogni bene.

domande e risposte

Dott.ssaGiovanna Cappello

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare - Roma

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