Dott.ssa Giovanna Cappello

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Dott.ssa Giovanna Cappello

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare

Pigrizia, paura e sconforto

Buongiorno. Sono un "ragazzo" di 40 anni e, ancora adesso, provo delle sensazioni che avvertivo durante la mia infanzia e adolescenza, forse anche in maniera più esasperata (adesso). Mi provoca disagio stare con altre persone a meno che non si tratti di amicizie o conoscenze consolidate. Non riesco ad essere me stesso e, per non offendere o ferire gli altri, spesso non dico quello che penso, magari anche nei confronti di coloro i quali non sono sempre carini nei miei confronti. Questo mi capita soprattutto con le persone che conosco meno e che mi sono indifferenti. Diciamo che mi arrabbio e tratto, a volte, male le persone alle quali tengo di più e questo scatena in me rimorso e " odio" nei confronti di coloro i quali mi sono indifferenti, ma che non riesco ad offendere, anche quando lo meriterebbero.

Ma ritorniamo al titolo:

1) Pigrizia: soprattutto sul lavoro, poichè non mi piace ciò che faccio, non mi gratifica. Ma non ho il coraggio. Paura di mollare tutto e ricominciare daccapo, sia per l'età che per la paura di rinunciare ad uno stipendio sicuro.

2) Paura: spesso ho paura di non essere in grado di affrontare, psicologicamente, avvenimenti negativi come la scoperta di una malattia, piuttosto che un possibile contenzioso con un ente o una persona fisica. Interagiscono, in me, l'indolenza e la paura di soffrire nell'affrontare un ipotetico problema, qualsiasi natura esso abbia, anche perchè questo comporterebbe l'interazione con persone estranee.

3) Sconforto: può essere una conseguenza della paura. Mi sento, spesso, demotivato, senza obiettivi attuabili. A volte mi prefiggo uno scopo tipo: vendere casa ed acquistarne una più vicina alle mie esigenze, ma poi rinuncio per non rischiare di essere imbrogliato, di dover affrontare un trasloco, di dover volturare le utenze e incontrare problematiche varie. Insomma ho paura di tutto (o quasi) e per fare un passo, impiego una " vita".
Vi prego, per favore, di darmi qualche spunto riflessivo e qualche soluzione. Non ditemi, solamente, di rivolgermi ad uno psicoterapeuta. Grazie a tutti.

Salve Save, quello che mi ha molto colpito, e parto da questo, è che si presenta come un " ragazzo" di 40 anni. Probabilmente si sente un "ragazzo"e da ragazzi è proprio difficile porsi obiettivi di cambiamento di cui parla, di lavoro, di casa, o peggio ancora affrontare una malattia inaspettata. Dalla sua lettera sembra emergere una difficoltá, quella dei cambiamenti, sembra rassicurato dalla staticitá delle cose ma non del tutto. Al fine di approfondire e definire meglio la sua problematica l' aiuto di uno psicologo le sarebbe molto di aiuto.

In bocca al lupo

 

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Dott.ssaGiovanna Cappello

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