Dott.ssa Giovanna Cappello

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Dott.ssa Giovanna Cappello

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare

Mio marito non vuole il secondo figlio

Buonasera,
Sono Roberta e sono mamma di Isacco di 3 anni.
Isacco è nato con una presunta sindrome di goldenhar e inutile a dirlo, siamo dentro e fuori dagli ospedali. Anche se devo precisare non per problemi di vitale importanza. Infatti oggi siamo seguiti dall’ospedale di Bologna per vari trapianto di cornea e ricostruzioni della palpebra.
Il bambino a livello cognitivo è anche superiore alla media (pareri medici); però è un bambino che ha bisogno di visite programmate in quanto ci sono più così e da tenere sotto controllo ( schiena, occhi, orecchie...)
Io sono una delle tante persone con partita iva in Italia, e non è facile. Ho 11 dipendenti e inutile negarlo che quando manco da lavoro per settimane diventa un problema che però ho sempre risolto con l’aiuto dei miei genitori.
Mio marito, Andrea 39 anni, non vuole avere il secondo figlio perché dice che il mio lavoro porta via troppo tempo al bambino.
Vorrei precisare che non sono mai mancata a una visita o a un ricovero del bambino....Andrea ragiona solo da dipendente e crede che una donna puerpera debba dedicarsi al bambino h24 per il primo anno di vita del nuovo arrivato. Io non riesco a fargli cambiare idea perché lui, lavorando in una grossa realtà dove le donne hanno più diritti che doveri non capisce che io, piccola artigiana, non posso ragionare come fanno tante sue colleghe. Cosa posso fare? Ultimamente desidero così tanto una gravidanza per provare la “normalità” di diventare mamma senza passare i mesi in ospedale che sarei disposta a mandare all’aria il mio matrimonio di 5 anni... però poi rifletto e magari penso che magari ha bisogno solo di tempo. Ma quanto tempo?!? Magari la parola di un esperto potrà aiutarmi e ve ne sarei davvero grata.m, perché in questo momento della mia vita mi sento veramente te persa....

Salve Roberta dalla sua lettera emerge la vostra difficoltà ad essere genitori di un bambino nato con problematiche tali da richiedere un contatto con medici ed ospedali importante.Generalmente, soprattutto i primissimi anni di vita, genitori e figli vivono un rapporto pieno e quasi esclusivo, aspetto che nel vostro caso ha subito l'interderenza della sindrome di cui vostro figlio è affetto ed ha comportato contatti con luoghi di cura. Non è mai facile accettare che il proprio figlio abbia dei problemi, soprattutto quando impattano in modo significativo sulla sua vita,presente e futura, ed indirettamente sui genitori. Nella sua lettera non parla dei reali motivi addotti da suo marito rispetto alla possibilità di un' altro figlio se non ragioni che lei non condivide.Non escluda la possibilità di chiedere un consulto psicologico partendo proprio dalle vostre diverse posizioni rispetto all' avere o meno un' altro figlio.

In bocca al lupo.

domande e risposte

Dott.ssaGiovanna Cappello

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare - Roma

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