Psicoterapia e giocosità


Salve,
mi sono reso conto che un elemento per me imprescindibile in un rapporto psicoterapeutico, è l’instaurarsi di un clima di giocosità e magari anche un briciolo di ironia tra me e il/la psicoterapeuta. La prima seduta fatta con una professionista qualche giorno fa, almeno sulla carta, avrebbe dovuto essere molto promettente: entusiastiche recensioni da parte di molti utenti , ottimo curriculum formativo-professionale, risposta ben “equilibrata” e “saggia” quando la contattai via e-mail per avere ragguagli sull’ appropriatezza delle metodiche da lei utilizzate per i miei specifici problemi, ecc.

Inoltre nelle varie foto di lei, che ero riuscito a trovare in web, aveva sempre un bel sorriso, simpatico, gradevole, un po’ enigmatico. E tutto ciò mi fece ben sperare. Ma poi… Entrai nel suo studio. Setting davvero molto piacevole: caldo, accogliente, colorato. Ma dopo pochi istanti che mi ero seduto di fronte a lei, vidi che nel suo volto non vi era traccia di quel sorriso luminoso e cordiale delle foto, bensì assunse per quasi tutti i 45 minuti della seduta, un’ espressione quasi da "mater dolorosa" (forse per comunicare empatia e voler entrare più facilmente in rapporto con la mia parte depressa?)

L’unico risultato fu quello di deprimermi ancora di più. E ciò che è peggio, è che un mio nucleo profondo infantile (quello depresso) si sentì afflitto (e in colpa!) per quel volto da "mamma triste", e magari avrebbe voluto fare qualcosa per lei, per aiutarla (!!!), anche con carezze positive. Per me la psicoterapia è sempre stata, è e rimane una cosa estremamente seria; già, ma seria non significa affatto SERIOSA, anzi.

Intendiamoci: non pretendo mica una Patch Adams in gonnella; ma neppure potrei mai portare avanti una psicoterapia con una “maschera” (o volto?) da “impresaria di pompe funebri” !

E certo mi sarebbe impossibile instaurare un rapporto empatico e di FIDUCIA con chicchessia senza percepire un minimo flusso di giocosità e magari un briciolo di ironia nello spazio psicoterapeutico. Però mi dispiacerebbe anche essere troppo precipitoso e troncare sul nascere un rapporto che, forse, sarebbe potuto evolvere in modo positivo. Sono decisamente confuso. Cosa mi consigliate di fare?

Grazie

Massimo,

Lei vuole entrare nel gioco e picchiare sodo da subito. Allora, lo faccia!

Esprima i suoi vissuti alla terapeuta. Di certo, dietro questi pensieri e sensazioni che ha avuto, si nascondono svariate sorprese, che le sue ottime proiezioni possono aiutare a svelare, lungo una strada di autoconoscenza che lei va cercando.

Mimica e atteggiamento iniziali sono, forse purtroppo, elementi che si acquisiscono per contaminazione durante il training come psicanalisti: più o meno tutti quelli della generazione anni '50 e forse '60  se li sono tramandati. E' una faccia che ben conosco!

Non ci faccia caso. Si lanci, sperimenti e valuti la terapeuta per la piega che prendono le cose dopo che lei ha dichiarato il suo disagio.

Un caro saluto.