Dott.ssa Ilaria Pavone

Dott.ssa Ilaria Pavone

psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

Mio filgio di 6 anni ha problemi a socializzare

Mio figlio ha 6 anni ed è generalmente un bambino socievole che fa velocemente amicizia con bambini che non conosce. Da un mese e per sua scelta ha iniziato, oltre alla scuola primaria, la scuola calcio. Bene, pur amando giocare a calcio, durante gli allenamenti sono emerse un sacco di difficoltà. Il bambino non riesce a inserirsi nel gruppo, si emargina e viene emarginato tanto che durante le partite non riuscendo completamente ad entrare nel gioco, si morde le unghie in segno di disagio. Ovviamente ha iniziato a dire che non vuole più andarci, non sapendone spiegare il motivo che però è evidente. Rivedo me da piccola, con gli stessi problemi di socializzazione, che ho tutt'ora, e l'incapacità di riuscire negli sport. Non so come comportarmi con lui, vorrei aiutarlo e sostenerlo, e non vorrei che abbandonasse un qualcosa che gli piace per una difficoltà che io non ho mai superato ma che forse lui, anche con il mio aiuto, può riuscire ad affrontare..

Cara Federica,

mi chiamo Ilaria e sono una psicoterapauta di Firenze. Il tuo bambino sta affrontando un passaggio di crescita molto complesso. La scuola elementare è un'esperienza di non facile gestione. I bambini devono allenare la loro capacità di attenzione, confrontarsi con una giornata non più volta all'apprendimento sotto forma di gioco, ma piena di nuove regole e prestazioni. A questa età non è facile gestire in modo adeguato le emozioni, il bambino non è in grado di tollerare più di tanto le frustrazioni e spesso reagisce mettendo in atto rifuti ed evitamenti. Stessa modalità avviene all'interno di una dimensione sportiva come, in questo caso, una società calcistica. All'inizo della mail hai scritto che il tuo bambino è generalmente socievole, quindi è in grado di confrontarsi con nuove amicizie. Il fatto che non riesca ad inserirsi nel gruppo e che venga emarginato mi fa riflettere; una qualsiasi società sportiva dovrebbe aiutare e promuovere l'inserimento del singolo all'interno del gruppo e dare a tutti la possibilità di esprimersi e di giocare; come fa un bambino a soppesare le sue capacità o a confrontarsi se non gliene viene data l'opportunità? E se un allenatore si trova di fronte ad un bambino che ha bisogno dei suoi tempi per integrarsi che tipo di strategie mette in atto per aiutarlo? Dovrebbe essere una guida e non un giudice. Purtroppo negli ultimi anni non è il primo caso che sento relativo al mondo del calcio. Alcuni ragazzi che sono venuti in terapia da me avevano cominciato a soffrire di panico e di fobia sociale proprio perchè non riuscivano a farsi spazio all'interno della propria squadra, venivano messi sempre in panchina e anche offesi per questo. Sarebbe importante che tu parlassi con chi allena il tuo bambino per chiedere spiegazioni. Non dovrebbe sperimentare a sei anni il rifiuto e l'ansia da prestazione, ma la passione e la voglia di mettersi in gioco. Quando una situazione ci crea ansia e difficoltà tendiamo ad evitarla; a breve termine questo ci da sollievo, mentre a lungo termine diventa un costo emotivo troppo alto. Parla con il tuo bambino anche riportando la tua esperienza personale; cerca di capire che paure ha o che sensazioni lo accompagnano durante le partite. Dopo esserti fatta un quadro abbastanza completo valuta anche la possibilità di far lavorare il tuo bambino in terapia; se tende a scoraggiarsi di fronte alle difficoltà o a non riconoscere i suoi limiti e le sue risorse esistono tanti strumenti e tecniche utili e importanti che lo potrebbero aiutare.

Se hai bisogno di confrontarti ancora io sono qui.

Intanto ti auguro una buona serata; e ti ringrazio perchè sono proprio le persone come te che riconoscono i disagi e hanno l'umiltà di chiedere aiuto che mi fanno credere ogni giorno di più in quello che faccio. Un abbraccio non solo da una terapeuta ma anche da una mamma di due bimbi, uno di 6 anni e uno di 6 mesi.