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Dott.ssa Ivana Gallo

Psicologa / Psicoterapeuta / Psicotraumatologa - E.M.D.R.

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La notte si sveglia piangendo dicendo che non vuole mangiare a scuola!

Buonasera, sono la mamma di un bimbo di 3 anni, a settembre ha iniziato ad andare a scuola, dall'inizio è andata abbastanza bene, contento dei nuovi compagni e delle bravissime maestre! Il problema è nato quando è iniziata la refezione, non tocca cibo non assaggia neanche, la notte si sveglia piangendo dicendo che non vuole mangiare a scuola! Non è questione di gusto ed ho avuto la prova il giorno in cui per una protesta abbiamo dovuto portare il nostro cibo da casa, non lo ha neanche aperto... Io sono un po' preoccupata, non so come comportarmi,per il momento insisto e lo lascio a scuola. Le maestre mi dicono che al momento del pasto lui non è neanche a disagio, che non guarda neanche nel piatto! Quando torna a casa ovviamente ha fame e mi chiede di mangiare, cosa che io faccio, ma ho paura che cosi facendo non mangerà mai a scuola sicuro del fatto che tornato a casa mangerà Chiedo un vostro aiuto grazie mille

Gentile Irma, 

sicuramente la refezione è un momento di passaggio importante nella fase di autonomia e distacco dal genitore. Da quanto ho capito a scuola non piange al momento della refezione, semplicemente si limita a non mangiare, mentre poi a casa, di notte, piange e chiede di non "essere lasciato" a scuola per mangiare.

Ovviamente le informazioni a disposizione sono troppo esigue per poterle rispondere in modo esaustivo, andrebbe indagato il valore che suo figlio dà al mangiare a casa o con lei. Ad esempio: cosa succede se va a pranzo a casa di un amichetto? Ha chiesto alle maestre se può essere presente al momento del pranzo a mensa? Solo per vedere se "in sua presenza" il bambino cambia atteggiamento.

Punirlo per questo disagio, rifiutando di farlo mangiare al rientro da scuola non mi sembra un atteggiamento corretto, e paradossalmente potrebbe dare un'eccessiva rilevanza a questo momento (potrebbe poi rivelarsi un'arma di ricatto per il bambino).

Quindi continui a farlo mangiare al rientro ma provi ad indagare meglio questa dinamica del "mangiare fuori".

Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.

Cordialmente

domande e risposte

Dott.ssaIvana Gallo

Psicologa / Psicoterapeuta / Psicotraumatologa - E.M.D.R. - Caserta

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