Andarsene di casa per l'uni, famiglia disagiata, cosa fare?

Ho 19 anni, ho appena dato la maturità ed adesso dovrei scegliere cosa fare nella vita, io ho deciso di prendere una laurea in Ingegneria, e dovrei iniziare ad iscrivermi ed effettuare l'esame d'ammissione.
La mia situazione famigliare, non è proprio delle migliori, o almeno, penso.
Mia madre litiga tutti i giorni al telefono con mia zia/mio nonno/mio padre/il suo ragazzo, e prontamente fanno la pace, per poi rilitigare il giorno dopo. La lite può durare anche ore, con varie urla (molto molto forti), insulti, bestemmie etc... Il lavoro la frustra, o almeno penso, torna a casa, litiga e poi si sfoga su di me, dandomi ordini senza senso che poi sfociano in un litigio anche con me, e per farsi "rispettare", alcune volte è arrivata anche a picchiarmi e percuotermi, anche con oggetti.

Ovviamente, io non ho fatto niente, soltanto difeso da eventuali danni fisici, il tutto condito con urla, insulti, frasi controproducenti ed offensive nei confronti della mia vita. Il tutto si placa il giorno dopo, lei ha dimenticato tutto e mi tratta normalmente, mentre io, non posso dimenticare. Molte volte è anche assente, tornando alle 19.00 di sera, oppure uscendo il sabato sera, lasciandomi senza cena o avvertendomi all'ultimo minuto. Passa molto tempo su Facebook.
Da quello che mi ricordo della mia vita d'infanzia, queste urla c'erano anche quando ero piccolo, alcune volte succedevano anche con vari picchiaggi tra mia madre e mio padre, l'ultimo è stato anche denunciato per questo, ma il tutto, come al solito, tornava come prima il giorno dopo.

Mio nonno sostiene mia madre economicamente, alcune volte sulle bollette e pagamenti vari, in quanto lei, non sa gestire i soldi della famiglia, e mente sull'entrate e sulle uscite. E forse è la mia unica ancora di salvezza.

Adesso mio padre è stato buttato fuori casa da Gennaio, e le cose stanno degenerando, tutte le cose che faceva dentro casa lui, adesso le facciamo mia madre od io, e lei sembra essere molto più irrequieta. Non so, forse mio padre riusciva a tenerla a bada in qualche modo. L'ultimo giorno è stato quasi distruttivo per la mia indole, lei si è messa a piangere ed urlare fortissimo, e la mia empatia si è fatta sentire, in quel momento avrei voluto soltanto piangere ed esser lasciato solo, ma ho resistito.
Adesso dovrei iniziare a frequentare l'università, ma non credo di poter avere un ciclo di studi normale, in queste condizioni, e quindi avevo pensato di andare all'uni di Bologna, però il costo è abbastanza alto. Mio nonno si è offerto di aiutarmi con i pagamenti insieme a mio padre, mia madre non vuole darmi nulla, anzi, vuole impedirmi di frequentare quell'università in quanto ha paura che "se tuo nonno da i soldi a te, poi a me, non da più niente".

Non frequento nessuno psicoterapeuta, psicologo, psichiatri o simili, ma forse, dovrei per forza, iniziare a frequentarli. Forse soffro d'ansia e poca autostima. (Poca memoria? Forse è ricollegabile)

Adesso, non so cosa fare, dovrei rimanere qui ed aiutare mia madre? Oppure andarmene per sempre a Bologna?
(Le avevo detto anche che, se avesse parlato con uno psicologo/psichiatra, io non me ne sarei andato da nessuna parte, ma non ha mai preso appuntamento. Questo a Febbraio/Marzo. Temo anche per i miei due gatti, che se lasciati da soli con mia madre, potrebbero morire.)
Scusate per il racconto molto lungo, ma dovevo dare un contenuto alla domanda, che dava una base alla risposta. Credo di aver scritto tutto quello che dovevate sapere.

Grazie mille in anticipo

Gentile Pier Giorgio,
la situazione familiare che presenti sembra essere veramente pesante da vivere quotidianamente, caratterizzata da litigi e aggressività che sembrano avere un pò come filo conduttore principale la figura di tua madre.
Dalla descrizione, mi pare di capire che tua madre sia la figura parentale che più ti destabilizza; sembra emergere un suo fare aggressivo non solo con te, ma anche con persone terze, che sfocia in parole (insulti, bestemmie...) e in comportamenti (percosse). Sembra che tu la percepisca come instabile (scoppi improvvisi di collera e improvvise riappacificazioni), inaffidabile (non sa gestire i soldi della famiglia, farebbe morire i tuoi gatti se tu non ci fossi), irresponsabile (esce la sera lasciandoti senza cena o con poco preavviso).
Innanzitutto cerca di fare chiarezza sulla tua scelta universitaria: vivendo infatti in un contesto familiare problematico, il volerti trasferire in un'altra città può essere una difesa per "allontanarti fisicamente" da ciò che ti sta causando sofferenza.
Inoltre, prova a riflettere sulle tue parole riferite al fatto che "se tua madre avesse preso appuntamento da uno specialista, tu non te ne saresti andato da nessuna parte": c'è quindi un collegamento fra la scelta di tua madre e la tua?
Prova quindi a leggere dentro di te e capire da cosa è dettata la scelta universitaria.
Rispetto alle tue domande implicite "soffro d'ansia e poca autostima?", potrebbe essere collegato al percepire di vivere in un contesto familiare problematico e instabile che ti fa innalzare il livello di allarme ("qui potrebbe esplodere una bomba da un momento all'altro e devo essere pronto per difendermi"), piuttosto che "avere in te qualcosa che non va".
Rimanere in casa ed aiutare tua madre: in che modo potresti aiutarla? Hai già provato delle strategie con lei? Hai provato a dirle cosa suscitano in te le sue parole e i suoi comportamenti? Le altre persone a voi vicine hanno cercato di aiutarla?
Spero di averti fornito qualche spunto utile di riflessione, anche se ovviamente andrebbe approfondita tutta la situazione.
Cordiali saluti.