Dott.ssa Laura Guaglio

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Dott.ssa Laura Guaglio

psicologa, psicoterapeuta, terapeuta E.M.D.R.

Quando i bambini vanno male a scuola: cause e strategie di intervento

Si stima che nel corso della carriera scolastica, uno studente su cinque incontri un momento critico che richiede l’intervento di un esperto. Al giorno d'oggi sono molti gli studenti che faticano nello studio, rischiano la bocciatura, si ritirano o cambiano scuola.

Le difficoltà scolastiche sono tante e di vario tipo e solitamente non dipendono da un'unica causa, ma sono dovute ad un insieme di più fattori, che riguardano sia l’individuo sia il contesto di vita. É infatti dimostrato che l’ambiente socioculturale, il clima familiare e la qualità dell’istituzione scolastica influiscono sul rendimento.

Le difficoltà scolastiche si dividono in momentanee e croniche, a seconda della situazione e della loro gravità. Analizziamole nel dettaglio.

1.Ci possono essere un ritardo mentale o un'immaturità cognitiva: in questi casi sono frequenti le insufficienze, la fatica ad imparare e memorizzare i concetti nonostante gli sforzi.

2.I problemi scolastici sono riconducibili ai disturbi specifici dell'apprendimento (DSA), ovvero dislessia, discalculia, disortografia e disprassia. I segnali sono: quaderni disordinati, errori ortografici come inversioni, omissioni o sostituzioni di lettere, difficoltà di calcolo e ragionamento. Lo studente appare svogliato, distratto e ottiene scarsi risultati nonostante l'impegno. Questo può causare frustrazione, insicurezza e scoraggiamento. Potrebbero insorgere un rifiuto verso la scuola e sintomi psicosomatici (mal di pancia).

In entrambi i casi sopraelencati è opportuno rivolgersi ad uno psicologo per valutare con test appropriati le problematiche dello studente e, se necessario, ottenere una certificazione che aiuti la famiglia e gli insegnanti a seguire opportunamente il bambino a livello didattico. É importante ricordare che i DSA e i ritardi mentali, se diagnosticati precocemente, possono avere un decorso molto più positivo, grazie al monitoraggio nel tempo e a un supporto adeguato alle esigenze del bambino.

3.Talvolta gli stati emotivi e psicologici e le preoccupazioni influenzano le performance dello studente. In particolare, il bambino può essere vittima di bullismo oppure sta affrontando situazioni familiari stressanti. Queste difficoltà solitamente sono transitorie e si risolvono gradualmente nel momento in cui si affronta il problema che affligge il ragazzo. Se la situazione non migliora in poche settimane e, soprattutto di fronte a un lutto o alla separazione dei genitori, è consigliabile avviare un percorso di sostegno psicologico per offrire un aiuto esperto al ragazzo.

4.Il calo del rendimento scolastico è anche riconducibile alle normali fasi di sviluppo, con il passaggio dall'infanzia alla pre-adolescenza o da quest'ultima all'adolescenza o al cambiamento di scuola e/o all'avvio di un nuovo ciclo scolastico (passare dalla materna alle elementari, l'ingresso alle medie o alle superiori). Anche queste difficoltà sono transitorie, poichè corrispondono a un "periodo critico" e ad una "fase di assestamento" che si risolverà non appena il ragazzo si sarà abituato alle nuove regole o ai cambiamenti del proprio corpo.

Il consiglio che vale in tutti i casi citati è quello di osservare i mutamenti nel comportamento e nel rendimento scolastico del proprio figlio, in modo da intervenire tempestivamente.

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psicologa, psicoterapeuta, terapeuta E.M.D.R. - Novara - Pavia

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