Dott.ssa Laura Tienforti

Dott.ssa Laura Tienforti

Psicologo, Psicoterapeuta

Mio figlio ha difficolta a relazionare con i compagni

mio figlio,di anni 21,e alla continua ricerca di conferma del suo essere e ha difficolta a relazionare con i compagni ,ma non si rende conto di assumere atteggiamenti sbagliati!riferisce di essere deriso dagli amici per il suo modo di parlare(abbastanza ricercato)e si sente menomato ed invidioso se i colleghi universitari sono piu bravi di lui o se ha insuccessi nei flirt con ragazze.Guai a dirgli che balla male oppure che parla in maniera alterata!Adesso e all estero(in polonia per una borsa governativa)!riferisce di odiare un suo collega perche costui gli fa degli apprezzamenti non graditi!magari il suo collega scherza ma mio figlio accumula rabbia e odio per questo collega!Ed ogni volta chiama me o la madre perche vuole risposte da noi che non sappiamo dargli!si lo incoraggiamo a far finta di niente,ma lui ha dei picchi di "depressione " e momenti di gioia!come dovremmo comportarci?noi lo incoraggiamo ma lui fa di ogni paglia una trave,perche si ritiene al di sopra degli altri e soffre se qualcuno scherza con lui!fa sempre domande a noi genitori se per caso per strada qualcuno lo guarda ,chiedendo:"quello/a mi guarda,ma perche mi guarda?sembro strano?etc.etc.!come mi consigliate di comportarmi?Grazie

Egregio Signor Carmelo, mio sembra di capire che Suo figlio non abbia ancora terminato la fase di crescita interiore. Potrebbe avere un ‘Io’ fragile e delle modalità di difesa poco congrue, con le quali tenta di arginare i propri vissuti emozionali ma con scarsi ed inefficaci risultati, a scapito quindi delle relazioni amicali e sociali. Egli spesso ‘sente’ i propri vissuti come del tutto negativi e le emozioni che prova (rabbia, rancore, odio, invidia) gli creano un forte disagio che non gli permette di avere comportamenti idonei ad instaurare un adeguato rapporto con gli altri. Tale situazione può avere delle motivazioni e cause che risalgono all’infanzia di Suo figlio, pertanto ritengo che per ora per il periodo che rimarrà all’estero potete tranquillizzarlo con i Vostri consigli ma quando ritornerà a casa sarà necessario proporgli una psicoterapia che gli permetta di risolvere le problematiche di cui sopra e di avere una proficua evoluzione della propria personalità per poter gestire adeguatamente il proprio sistema emozionale.
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