Dott.ssa Laura Tienforti

Dott.ssa Laura Tienforti

Psicologo, Psicoterapeuta

Ragazzo di 15 anni ha compiuto nel corso degli anni diversi furti

Salve, sono l'insegnante di un ragazzo di 15 anni. E' stato ritirato dalla scuola a causa del suo comportamento in classe adesso sta seguendo con me, da solo, delle lezioni il pomeriggio a scuola per prepararsi all'esame di terza media(io non faccio parte del suo corpo insegante, sono stata chiamata appositamente per seguirlo). Durante queste lezioni mi ha raccontato che ha compiuto nel corso degli anni diversi furti, a scuola e fuori, con i quali si mantiene. Ruba cellulari e portafogli, biciclette, è persino entrato in una casa. Non mi sembra intenzionato a smettere con questo comportamento. Mi ha detto che la madre ne è al corrente e che tollera questa cosa, mentre il padre (i due sono separati) non ne sa nulla. So che alla madre in passato è stato consigliato di portarlo da uno psicologo ma lei non vuole. E' molto fiero di riuscire a mantenersi da solo e di farla sempre franca. Io sono molto preoccupata e non ho idea di quale possa essere l'atteggiamento migliore da prendere con lui. Per adesso l'ho semplicemente ascoltato cercando di non prendere un atteggiamento autoritario/giudicante ma non so se questa è la cosa migliore. Cosa mi consigliate di fare? In che modo dovrei parlargli?
Gentile Insegnante Azzurra, ritengo che il Suo comportamento (attento ascolto non giudicante) verso il ragazzo quindicenne sia stato corretto e fin qui anche funzionale. Come Lei avrà già compreso trattasi di un ‘comportamento deviante’ in cui il ragazzo non ha la capacità di saper valutare adeguatamente ‘il rischio’ poiché ne rileva solo i vantaggi (vantarsi di potersi mantenere da solo e non essere scoperto) e assolutamente non ne vede i relativi e dannosi pericoli (es.: eventualità di un arresto con conseguenti disagi psicologi e sociali)!! L’incapacità della ‘valutazione del rischio’ nell’adolescente - oggi più che mai - è molto diffusa poiché i ragazzi si sentono attratti da comportamenti spericolati e devianti che procurano loro delle sensazioni nuove, forti ed esclusive (sensation seeking). Nel ragazzo di cui trattasi le ‘recidive di questi comportamenti’ mi fanno ipotizzare che la famiglia sia stata un carente nella formazione, in particolare la figura paterna (simbolo dell’autorità) forse completamente assente; pertanto il ragazzo è dovuto crescere un po’ troppo in fretta e per farlo ha scelto una condotta deviante che ai suoi occhi appare semplice e nel contempo emozionante e funzionale per i suoi scopi. Egli non è in grado di valutare che le sue attuali condotte potranno ripercuotersi negativamente sulla sua vita futura! Suo compito gentile signora potrebbe essere di continuare a farlo parlare e conquistare la sua completa fiducia e dopo pian, piano fargli capire che ci sono più idonei e leciti percorsi di vita meno pericolosi ma che possono divenire altrettanto gratificanti. Non è consigliabile colludere con lui, continuando ad accettare tacitamente i racconti dei suoi comportamenti devianti, senza fargli capire che non c’è condivisione né personale né tanto meno sociale! E che ciò che sta facendo ha il significato di ‘delinquere’!! Dopo queste poche righe di ipotetica interpretazione del caso da Lei prospettato Le preciso che le problematiche psico/comportamentali del ragazzo non sono di facile e subitanea risoluzione l’ideale per lui sarebbe una adeguata psicoterapia di gruppo relativa proprio a tali comportamenti devianti adolescenziali. Per questo Lei dovrebbe convincere la madre a prendere questa decisione, prima che si verifichi il danno peggiore (l’arresto). Altrimenti dovrà accettare la sua ‘impotenza’ e lasciare che il tempo da solo produca i suoi effetti, forse allora sarà più facile trovare la soluzione. Spero di esserLe stata utile e a saluto cordialmente.
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