Dott.ssa Laura Tienforti

Dott.ssa Laura Tienforti

Psicologo, Psicoterapeuta

E giusto continuare un matrimonio senza amore e una convivenza intollerabile?

Buongiorno.
Mi chiamo Alessandro, ho 42 anni, sono sposato da 15anni e ho due figlie di 13 e 8 anni.
Da 4 anni sono in piena crisi matrimoniale.
Ci sono state molte disavventure in questi ultimi anni dovute principalmente da fattori esterni.
Premetto che non ci sono tradimenti, almeno dalla mia parte, ma penso nemmeno da parte di mia moglie.
Le disavventure di cui parlavo sopra sono state causate da problemi che io ho avuto con i miei genitori e con mia sorella.
Cerco di sintetizzare: mia moglie litiga con mia sorella per futili motivi, successivamente litiga con mia madre, io mi metto dalla parte di mia moglie per oggettive ragioni. Nel frattempo mi accorgo che i miei genitori, ospiti in una mia casa, non pagano condominio e tasse varie. Per far fronte alle spese attingo ad un conto corrente con somme ereditate dai nonni ma, nel momento del prelievo mi accorgo che erano scomparsi. Parte attrice mia sorella con la regia di mia madre.
Ne conseguono anni di cause civili e penali tutt'ora non evase.
Inutile dire che non ho più rapporti con i miei genitori e sorella.
Pochi mesi che succedesse questo increscioso, mia moglie decise di licenziarsi per fare la mamma a tempo pieno non del tutto da me condivisa ma accettata.
Lo scompiglio emotivo ed economico di ciò che ho raccontato sopra porta ad un trasloco forzato. Noi vivevamo a due passi dalla mia casa che a tutt'oggi vivono ancora i miei genitori.
La situazione invivibile creatasi porta alla scelta di una nuova casa, molto più piccola perché con un solo stipendio non potevo fare granché.
Giunti nella nuova casa inizia (e sono 4 anni) la nostra crisi matrimoniale fatta da litigi e discussioni il più delle volte davanti alle figlie visto che con 60mq di casa non ci si può nascondere più di tanto. Sono andato via di casa molte volte in quei momenti veramente duri, cioè quei momenti in cui lei mi continuava a stressare in maniera continuata e ripetitiva.
Sostiene che sono innamorato di qualche collega al lavoro, che mi piace mia cognata, che non mi impegno con i figli, che non sono più la persona che ero, etc etc..
Un ultimo episodio il fatto di aver scritto sul gruppo famiglia (dove c'eravamo io lei e mia figlia grande) "sto tornando a casa". Andò su tutte le furie. Sosteneva che dovevo scriverlo solo a lei.
Sono stanco di questi tira e molla casa-alloggio attuale. Non fanno bene a nessuno. Specie ai figli.
Io vorrei continuare con il matrimonio per i figli, anche se penso di non essere più innamorato di mia moglie ma la convivenza e' divenuta intollerabile.
Cosa dovrei fare?

Buongiorno Alessandro,

la tua domanda è molto chiara e plausibile. La vostra crisi di coppia dura da diversi anni e forse non vi siete fermati in tempo a riflettere se ci fossero stati spazi per non farla proseguire/peggiorare. Alle vostre conflittualità relazionali si sono aggiunte problematiche economiche (un solo stipendio, una casa piccola per 4 persone etc..). Tu dici di esserti allontanato da casa diverse volte, dove hai soggiornato? Ti puoi permettere economicamente di vivere fuori della casa coniugale? Se sì il mio consiglio è quello di riuscire a parlare con molta calma con tua moglie e proporre per ora una separazione di fatto, con modalità adeguate simili a quella consensuale (assegno di mantenimento familiare, affidamento condiviso dei figli con residenza presso la madre e frequentazione degli stessi da parte tua). In questo modo le conflittualità e i litigi dovrebbero diminuire e potreste capire meglio cosa rimane della vostra unione. In aggiunta vorrei consigliarti una mediazione familiare che potrebbe aiutare entrambi ad approfondire ed analizzare le motivazioni della vostra crisi oltre che capire se la separazione è la scelta giusta per voi. Con i miei migliori auguri ti saluto cordialmente.

domande e risposte articoli pubblicati

Dott.ssaLaura Tienforti

Psicologo, Psicoterapeuta - Roma

  • Disturbi dell'umore
  • Psicoterapia individuale
  • Consulenza in psicologia penitenziaria
  • Valutazione per il riconoscimento del danno psichico
  • Psicologia giuridica e penitenziaria
  • Attacchi di Panico
CONTATTAMI