Dott.ssa Laura Tienforti

Dott.ssa Laura Tienforti

Psicologo, Psicoterapeuta

Mio figlio non riesce a relazionare e socializzare con bambini della sua età

Salve, mi chimo Eliana ho un figlio 3 anni e mezzo,molto dolce,affettuoso e che non ha alcun problema di socializzazione con gli adulti. il suo problema invece nasce quando deve relazionarsi con bambini della sua età,che siano compagni di scuola o bambini incontrati al parco. Quando si trova a dover interagire con loro 1. assume un atteggiamento negativo: fa lo sbruffone,parla in dialetto e dice parolacce; 2. se un bambino gli chiede di giocare puntualmente rifiuta e se ne va'; 3. quando con il mio aiuto partecipa a giochi di gruppo tende a dare fastidio agli altri bambini per esempio se giocano alle costruzioni lui arriva e distrugge il lavoro degli altri; 4. tende a non difendersi quando viene picchiato rimane fermo a subire senza reagire o difendersi tutti portano questi atteggiamenti fanno si che gli altri amichetti compresi quelli di scuola non vogliono giocare con lui e tendono ad emarginarlo. Ho cercato più volte di spiegargli che non deve comportarsi in questo modo lui risponde cambiando discorso. Tutto questo mi dispiace e mi fa soffrire perchè,come ho già detto,è un bambino dolce,affettuoso e sensibile che purtroppo rischia di essere emarginato. Cosa posso fare per aiutarlo? Grazie anticipatamente per i consigli che vorrete darmi

Gentile sig.ra Eliana, da quanto Lei descrive mi sembra che Suo figlio di 3 anni e mezzo fatichi molto per inserirsi nel gruppo dei pari!! I suoi tentativi di socializzare sono maldestri, inefficaci ed anche controproducenti!! Le motivazioni di tali anomali approcci possono essere diverse: timidezza che a questa età è naturale e/o congenita ma potrebbe essere rafforzata e distorta (inconsapevolmente) dall’ambiente degli adulti; potrebbe trattarsi di una carenza di autostima e quando il bambino si trova ad interagire con i coetanei potrebbe percepire il pericolo di non essere accettato e sentirsi poco adeguato alla situazione per cui reagisce in modo incoerente ed un po’ aggressivo; le reazioni degli altri lo potrebbero far sentire ‘in colpa’ e quindi non reagire quando viene picchiato. In questo modo è facile intuire che per il piccolino le interazioni, con il gruppo dei coetanei, diventano difficoltose!! Queste sono ipotesi che andrebbero verificate con contatti diretti. Per essere più precisa circa i suggerimenti da fornirLe avrei anche bisogno di più notizie e dettagli ad esempio il bambino è figlio unico? Che rapporto ha con il padre? A casa viene mai un amichetto/a, un cuginetto/a per giocare (o anche per dormire)? Come si relaziona con un solo amichetto/a? nella relazione a due riesce ad mantenere un buon gioco? Signora Eliana forse può iniziare da qui: invitare (più volte - 1 o 2 v. a settimana) un amico a casa per farli giocare insieme, all’inizio può avviare Lei il gioco e poi pian piano li lascia giocare da soli monitorandoli ed intervenendo solo quando necessario (ad esempio per evitare che si facciano male). Se questi tentativi sono stati già fatti senza ottenere risultati Le consiglio di consultare uno psicologo dell’età evolutiva (possibilmente dell’ASL) affinché possa effettuare le verifiche del caso, fare una diagnosi più precisa ed aiutare il bambino ad apprendere un più adeguato metodo di socializzazione. Con i miei auguri La saluto cordialmente.
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