Dott.ssa Liana Cassone

Dott.ssa Liana Cassone

Psicologo, Psicoterapeuta

Trascorro molte ore presso malati terminali

Buona sera, sono da 6 anni un volontario dell'A.V.A.P.O. di Venezia,presso il reparto oncologico di Venezia. Trascorro molte ore presso malati terminali, e il problema mio, è riuscire ad essere il più possibile di aiuto e di sostegno (soprattutto psicologico) a questi "AMICI/CHE" ormai sono figure importanti della mia vita. Loro hanno molte difficoltà nella comunicazione verbale, ma in quella non verbale sono un fiume in piena. Vorrei un suo consiglio e un aiuto, se può essere valido un libro che sto cercando senza risultato: La sinergologia. Comprendere l'interlocutore dalla gestualità. di Philippe Turchet. Se non fosse il più adatto, saprebbe gentilmente consigliarmene qualche altro? Premetto che non voglio essere quello che risolve i loro problemi, ma almeno potergli esse accanto nella maniera più giusta fino alla fine! Grazie infinite per qualsiasi fosse la sua risposta. Renzo

Gentile Renzo,

premetto di non conoscere il libro a cui fa riferimento nel testo della Sua mail. Rispondo sulla base della mia esperienza, ormai abbastanza consolidata in campo oncologico (lavoro da diversi anni per un'organizzazione che si occupa di malati oncologici). Ogni testo (quando ben fatto sulla base di studi e dati da fonti attendibili, ovviamente) può essere un validissimo aiuto, una fonte di informazioni per il proprio "Sapere". Sicuramente però saprà, perchè lo avrà imparato sul campo e vicino a tanti letti, mani e occhi, che la migliore qualità di ogni Volontario è il "Saper essere", un mix tra nozioni apprese con corsi di formazione o testi specifici e (e io tendo a sottolineare moltissimo questo secondo aspetto) caratteristiche di umanità, sensibilità, empatia che nessuno davvero può insegnare fino in fondo. Credo siano il risultato della combinazione tra le proprie predisposizioni e il proprio percorso di vita e di evoluzione personale. E quando la parola non può più essere un mezzo di comunicazione accendere la propria capacità intuitiva è l'unico canale possibile. Quando "non si sa" come fare o cosa dire a volte entriamo in quell'affanno di ricerca della cosa giusta che ci allontana dall'altro per il quale, paradossalmente, tanto ci affanniamo. Il mio personale suggerimento, in quei momenti, è di spegnere tutto, tutte le nozioni a cui cerchiamo di appigliarci, e di seguire quello che ci suggerisce l'ascolto profondo dell'altro, il nostro sintonizzarci con lui. Siamo talmente abituati a non stare nel silenzio verbale che abbiamo dimenticato, o comunque abbiamo perso un po' di allenamento a farlo, come connetterci all'altro attraverso gli altri sensi e segni. Quello di cui parlo, ovviamente, è reso possibile se, come Volontario, ha la possibilità di essere supervisionato da una figura formata appositamente che favorisce e accompagna. L'argomento non è semplice ed è ricchissimo di sfumature, spero con le mie parole di non avere fatto confusione e di essermi spiegata al meglio. Buon proseguimento per la Sua attività, preziosissima. Liana