Vomito tutti i giorni ,quasi tre volte al giorno.

Salve mi chiamo Loredana ed ho 18,da circa un anno convivo con un problema.All'età di 17 anni avevo iniziato una dieta ,giusto per perdere il grasso addominale eccessivo,sono riuscita a perdere 5 chili,dopo aver fatto una dieta “sana“,facevo attività fisica ,bevevo molta acqua,mangiavo frutta e verdura ed avevo eliminato tutte le merendine industriali.Stavo bene poi è iniziato il declino,qualche piccola trasgressione...qualche merenda, che eliminavo con l'attività fisica oppure sporadicamente con il vomito autoindotto.Pensavo che la situazione fosse sotto controllo,mi sono detta di voler gestire da sola questa situazione momentanea ,ma cosí non è stato,mi ero resa conto che la mia vita era vuota,priva di emozioni ,vivevo un'esistenza scevra di ogni contatto umano e completamente concentrata nello studio e mi sentivo apatica.Cosí ho iniziato a pensare al cibo “come unico piacere della vita“di cui potevo godere,peccato che dall'altra volevo ,non avendo una particolare bellezza,ottenere un bel fisico.I dolci di cui sono sempre stata golosa,sono diventati“ amici “,mangiavo e vomitavo ,mi abbuffavo con il pensiero proiettato al vomito che mi sarei autoindotta.Smettevo per mesi poi ricominciavo ,ora da circa un mese,dalla fine della mia unica distrazione( la scuola),vomito tutti i giorni ,quasi tre volte al giorno,è incontrollabile ogni giorno mi dico“questo è l'ultimo giorno,non lo faró piú,ho anche avuto l'idea di segnarmi la pelle ogni volta che lo facevo...non sono piú padrona di me stessa,ma non voglio fare preoccupare i miei genitori,io sono una persona responsabile ,ma non so se questo mio disturbo è veramente bulimia oppure semplicemente una specie di noia o volutamente bulimia?cosa potrei fare?Non so se farlo sapere a mia madre e convivere con il senso di vergogna che mi provocherebbe oppure cercare da sola uno studio in cui recarmi?potrei farcela nuovamente da sola?

Salve Loredana, rispondo subito alle domande con cui chiude la sua richiesta: non mi esprimo sulla diagnosi, farla “a distanza” non avrebbe senso, e del resto non importa inquadrarla in una categoria; però quello che mi sento di dirle è di cercare un aiuto specialistico, dalle sue parole è evidente che in questo momento sta soffrendo molto, troppo. Inoltre, queste situazioni non sono facilmente gestibili da soli, infatti ci ha già provato e non ci è riuscita e ogni tentativo fallito aggrava il malessere, creando un circolo vizioso. Non posso consigliarle come gestire il rapporto con i suoi genitori su questo argomento, non ho sufficienti informazioni, però le voglio dire che non c’è vergogna nella sofferenza, tutti abbiamo momenti di difficoltà che ci segnalano che dobbiamo fare qualcosa perché evidentemente nella nostra vita qualcosa non va. Lei si descrive come una persona responsabile: quello che può fare adesso è assumersi la responsabilità di prendersi cura di se stessa e farsi aiutare. Le faccio i miei migliori auguri