Calo desiderio maschile

Non provo più desiderio per mia moglie, che è una donna molto gentile, carina e premurosa. Il fatto è che non riesco a capire il motivo di questo mio comportamento e non so a cosa devo attribuirlo. Come posso fare a scoprire le cause del mio calo del desiderio in modo da riuscire ad affrontare questa situazione che fa soffrire sia me che mia moglie? Carlo

Il calo del desiderio è quella disfunzione intima che compromette la fase del desiderio, in grado di colpire sia gli uomini che le donne, e che purtroppo è molto diffusa.

Quando si parla di sessualità si distinguono, per funzionalità e disfunzionalità, tre fasi:

  1. Fase del desiderio,
  2. La fase eccitatoria,
  3. La fase orgasmica, queste fasi sono caratterizzate da modificazioni psichiche, emozionali, circolatorie e fisiche. Ciascuna fase, od una combinazione qualsiasi di esse, può essere compromessa o disfunzionale.

Il calo del desiderio sessuale,  disfunzione silente, difficilmente diagnosticata e spesso sottovalutata dai medici e dai pazienti stessi, è meno visibile e quantizzabile rispetto alla eiaculazione precoce o al deficit erettivo, disfunzioni che, se presenti, mortificano e danneggiano notevolmente singolo, coppia e qualità della vita intima e relazionale.

Il calo del desiderio sessuale maschile viene spesso confuso con “noia sotto le lenzuola”, stress lavorativo, mancanza di tempo e spazio per la sfera sessuale, ma soprattutto senza diagnosi clinica gli “alibi intimi” aumentano con modalità esponenziali, corrodendo anche il più saldo dei legami di coppia.  L’uomo che soffre di una diminuzione del desiderio appare “asessuato”, si comporta come se non percepisse gli stimoli eccitatori, non sembra cogliere alcuna occasione relazionale per poter vivere momenti d’intimità, sia all’interno della relazione di coppia che “all’esterno”.

Questo comportamento intimo, improntato alla fuga dalla vita sessuale, all’evitamento della sessualità ed ovviamente dell’intimità, alla lunga può compromettere e danneggiare anche relazioni sentimentali stabili e ben rodate.

Le partners di questi uomini non riescono a comprendere il comportamento evitante dei loro compagni, lo leggono invece come un’indifferenza cronica nei loro confronti, percependosi come non seduttive, non desiderate, non più capaci di accendere il desiderio dei loro uomini.

Il calo del desiderio intimo maschile è quindi quella disfunzione che crea nella donna un “attacco alla propria fisicità”, narcisismo e sensualità, dalla difficile, complessa, pericolosa e dolorosa comprensione.

La caduta del desiderio, alcune volte, non coinvolge la normale risposta sessuale; l’uomo può provare eccitazione, avere una valida erezione ed un’adeguata risposta orgasmica; tutte le fasi però non vengono interiorizzate come associate all’esperienza del “piacere”, vengono vissute in modo meccanico, senza grandi quote emozionali.

Questa disfunzione, può manifestarsi in varie circostanze:

Con una diminuzione dell’autoerotismo, estesa quindi ad ogni forma di eccitazione, anche solitaria.

Con la partner abituale, circoscritta al talamo inquisito, che non dilaga cioè ad altre forme di piacere ed eccitazione. Il paziente vive e percepisce il desiderio e la conseguente eccitazione con altri stimoli eccitatori, visivi, tattili, uditivi, ma non con la partner abituale.

In associazione a qualunque pratica intima, solitaria, di coppia, preliminari, rapporto penetrativo o qualunque altra esperienza associata alla sfera intima. L’assenza del desiderio, il silenzio dei sensi e del corpo, è diffusa e generalizzata, invade corpo, pensieri, relazioni ed emozioni.

Quando il problema si manifesta compromettendo la fase masturbatoria, assume sicuramente un rilievo maggiore, perché nasconde cause psicologiche più importanti e profonde (traumi psichici o sessuali pregressi, depressione), difficoltà precedentemente esistenti rispetto al calo del desiderio intimo e con data antica, che vanno obbligatoriamente investigate all’interno di un setting psicoterapico.

Quando la disfunzione intima si manifesta all’interno della coppia, le cause da investigare sono sicuramente quelle associale al legame (crisi di coppia, conflittualità, comorbidità con disfunzioni femminili, rapporto con il denaro, con il potere, con i figli). In questo caso l’ipotesi terapeutica più adeguata è sicuramente la terapia di coppia, che possa lavorare con e per la coppia, dipanando tensione, conflittualità e disagi intimi di entrambi al fine di far ritrovare ai partners una buona e vibrante qualità della loro vita di coppia.

Quando invece il calo del desiderio si estende a tutte le donne e da tutte le situazioni di intimità, è inquadrabile all’interno di un disturbo fobico, associato alla sfera sessuale, oppure ad un’omosessualità latente.

E’ opportuno effettuare una diagnosi psico- sessuologica corretta, comprendere se tale disfunzione funge da copertura ad altre disfunzioni intime maschili come per esempio un deficit erettivo od un’eiaculazione precoce.

Durante la mia pratica quotidiana, a seguito di approfonditi colloqui psico- sessuologici, emerge frequentemente che il paziente decida di non desiderare, piuttosto che vivere disguidi che possano emergere e rivelare altri problemi.

Il mio consiglio è quello di sottoporsi ad una consulenza specialistica, associata ad esami, ed una terapia sessuologica ,dato che mi pare che il suo calo del desiderio  sia associato alla componente coppia. Questo percorso è indubbiamente impegnativo, ma le permetterà di capire quali sono le reali cause che le impediscono di vivere serenamente l’intimità con sua moglie: se manca la “miccia” del desiderio sarà molto difficile che nella vostra coppia possa esserci la fiamma della passione.  

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Dott.Marco Rossi

Psichiatra, Psicoterapeuta - Pavia - Verona - Brescia - Milano

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