Dott.ssa Margherita Bianchini

Dott.ssa Margherita Bianchini

psicologo, psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Il Covid mi ha davvero distrutto la vita?

Sento di vivere come sul filo di un rasoio. Ho vissuto l'ultimo quinquennio in una situazione assurda e a peggiorare la situazione è stato il covid. Un anno fa mio padre è stato ricoverato in terapia intensiva per molte settimane, è stato un caso long covid, e questo ha segnato profondamente la mia vita. Non riesco a non ripensare continuamente quelle giornate infinite scandite da notizie di peggioramento continuo fino alle poi definitive dimissioni dell'ospedale. Da quel momento in poi la mia vita ha subito un inesorabile cambiamento, non vivo più, diffido tutti per paura di rivivere la stessa esperienza e tutto sembra remarmi contro. Pur facendo volontariato, non riesco a trovare svago neanche nelle sezioni di corsa. Sbatto continuamente in un muro di gomma, nessuno stimolo nuovo riesce a darmi conforto. Momentaneamente non lavoro, purtroppo, e spero che ogni candidatura sia quella giusta, aspetto e aspetto per poi non essere mai contattato. Sono una persona positiva e allegra caratterialmente, ma anche questa caratteristica sembra voler cambiare. Sento un peso sulle spalle che tende a schiacciarmi ed io inerme lo lascio fare. Com'è possibile che a 30 anni mi ritrovi a vivere in questo vuoto? È normale? Quando ancora è possibile resistere cosi? Grazie!

Buonasera gent.mo Domenico,

la condizione psicologica che sta vivendo è sicuramente difficile, dolorosa, faticosa e che, ci accomuna un pò tutti noi, almeno a qualche livello. Detto questo, è anche vero che ognuno di noi è diverso e quindi affronta anche un evento come la pandemia con gli strumenti e risorse a disposizione. "Normale" è, di conseguenza, un concetto relativo/soggettivo e molto ampio.

C'è comunque sempre un prima e un dopo, e in qualche modo, i momenti di maggior sofferenza sono anche quelli di maggior crescita. 

Sarebbe utile, a mio avviso, che riflettesse su cosa veramente la spaventa in questo momento della sua vita e cosa ha significato per lei il lungo ricovero di suo padre. Veda se le due risposte sono collegate, indaghi sulla paura più profonda e provi a iniziare ad affrontarla, a piccoli passi, un pò alla volta, anche solo prendendo atto di ciò che lei teme e poi, trovando possibili modi di affrontare e risolvere ciò che emerge.

Buona riflessione.

Cordialmente,

Dott.ssa Bianchini Margherita.