Dott.ssa Maria Felice Pacitto

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Dott.ssa Maria Felice Pacitto

Psicologo, Psicoterapeuta

Come aiutare mio figlio a superare un blocco emotivo

Buonasera, scrivo perché ho bisogno di un supporto, per aiutare mio figlio a superare il blocco emotivo che lo porta a rifiutare il suo ambiente scolastico. Ha 13 anni e frequenta la terza media, è arrivato a chiudere questo percorso scolastico sempre con un ottimo rendimento, nonostante abbia trovato fino dalla prima media un ambiente a lui non favorevole. In prima media ha provato a reagire ai compagni che lo trattavano male, sia con atti fisici che verbali. Ne parlava a casa e mi sono rivolta alla scuola per trovare insieme una soluzione. Per un periodo i compagni hanno smesso di trattarlo male, ma per contro è stato isolato completamente. Lo scorso anno questo isolamento è perdurato e ha iniziato a soffrire perché si sentiva invisibile, siamo arrivati alla fine della terza media e purtroppo ci scontriamo con un blocco emotivo importante. La mattina sta male e non riesce più a salire le scale della scuola. Abbiamo già parlato con gli insegnanti, ma ci hanno proposto di farlo parlare con la psicologa, verso la quale lui non ha fiducia visti i risultati raggiunti negli scorsi anni, e con la quale non vuole parlare. L'ultimo episodio di cattiveria nei suoi confronti risale ad una settimana fa, quando con vari espedienti di supporto ho provato a convincerlo ad andare. Oggi dopo una settimana di assenza, non riesco più a convincerlo, mi ha chiaramente detto che non sopporta più di essere deriso e ci sta troppo male, questo disagio per lui è diventato insostenibile. Mi ha chiesto di andare solo a sostenere gli esami finali. Io ho bisogno di capire cosa posso fare per aiutarlo, più di quanto abbia già fatto. Mio figlio nonostante tutto ha provato a fare di tutto per farsi accettare, ma il pregiudizio insorto nei suoi confronti lo ha portato all'emarginazione dei compagni da una parte e alla sua completa chiusura dall'altra.

E' una situazione abbastanza complessa che lei non può risolvere da sola. Non è rara dato che il bullismo è molto diffuso e non sempre denunciato e oggetto di intervento. Purtroppo l'accettazione da parte della classe o del gruppo è fondamentale per un ragazzo: essi, rispetto al passato in cui la famiglia era centrale, hanno un peso determinante. Il giudizio dei coetanei è un vero macigno per un ragazzo. Lei deve vedere se accanto al rifiuto di andare a scuola ci siano altri fenomeni o manifestazioni di disagio psicologico: ansia, insonnia, autolesionismo, ecc.. In questa situazione il rendimento scolastico è l'ultima cosa e su questo il ragazzo deve essere rassicurato. Non va spinto ad andare a scuola se questo per lui è così drammatico. Non va però lasciato a fare nulla a casa. Quindi dovrà continuare a fare i compiti e dovrà essere impegnato in altre attività anche di tipo sportivo (magari qualche buona palestra con istruttore). Cerchi di mantenere sempre aperto un dialogo empatico: un buon sistema è quello di immaginare di mettersi nei suoi panni e provare a sentire di cosa si avrebbe bisogno se si fosse lui. Comunque queste situazioni si risolvono con la collaborazione di più persone: i genitori, i docenti, interventi psicologici in classe uno psicoterapeuta valido.

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Psicologo, Psicoterapeuta - Frosinone

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