Dott.ssa Maria Galantucci

Dott.ssa Maria Galantucci

Psicologa, Psicoterapeuta, Psicoanalista

Mio figlio si distrae facilmente per chiacchierare perdendo la concentrazione sulla lezione

Ho un bambino di quasi 8 anni, a scuola ha la media del distinto ma ad ogni colloquio emerge lo stesso problema, fin dal primo anno della scuola materna: si fa trascinare dai bambini più vivaci, parla a voce alta, si distrae facilmente per chiacchierare perdendo la concentrazione sulla lezione in corso o al momento del pasto (questo succede anche a casa) e interrompe spesso l'insegnante per raccontarle qualcosa di personale. Quando viene rimproverato si mortifica diventando tutto rosso, a volte piange e comunque non persevera negli atteggiamenti sbagliati. Non e' insomma un elemento di disturbo per la classe ma, pur essendo molto bravo, a detta degli insegnanti, se chiacchierasse meno potrebbe dare molto di più. Noi siamo contenti di lui, ma la sensazione e' che l'insegnante pretenda il massimo perchè "lui può" mentre noi non pretendiamo lo stesso. Siamo combattuti se stimolarlo a dare di più perchè lo dice l'insegnante quando a noi piacerebbe gratificarlo e fargli capire che il suo rendimento quasi ottimo ci inorgoglisce e magari aiutarlo a controllare questo desiderio continuo di parlare. Sembra un problema di autostima, anche il fatto che ceda ai continui stimoli dei compagni più vivaci. Spesso regala le sue cose (gomme, figurine, etc.). E' sempre stato generoso ma a volte penso che si tratti di un modo per farsi accettare. E' un bambino apparentemente molto allegro ma spesso sento in lui e nel suo atteggiamento uno stato di agitazione irrefrenabile. Sicuramente stiamo sbagliando in qualcosa ma non capiamo in cosa. Tutti ci dicono che è un bambino ubbidiente ed educato, ma perchè a scuola si comporta cosi? Io e mio marito abbiamo un metodo educativo in accordo tra noi e che ci pare equilibrato, anche se, fra i due, lui e' più accondiscendente e io un po' più severa. Parliamo tanto tra noi e con lui e abbiamo delle regole che non fatica a rispettare. Non ha mai fatto capricci o scene isteriche se non veniva accontentato in qualcosa, ha sempre capito quando si trattava di un no deciso! E non insisteva troppo per ottenere ciò che non poteva avere, sempre con le dovute spiegazioni. Le nostre punizioni non sono mai corporali ma, seppur "rare", sempre legate alla privazione di un qualcosa a cui tiene come lo sport o un gioco. (gli piacciono molto i giochi tecnologici, come al papà, e spesso sono complici in questo e io mi sento un po' la figura "cattiva" che deve dare delle regole ed un freno su questa passione ad entrambi affinchè non ne abusino). Forse dovremmo gratificarlo di più...non so...sento che dobbiamo correggere il tiro ma non so in che punto. Se mi guardo intorno vedo bambini molto più problematici del mio ma se ho questa sensazione e anche gli insegnanti lamentano questo problema dell'eccessiva distrazione e la parlantina forse è il caso di fare qualcosa. Soprattutto per il suo bene. Vorrei che non crescesse con delle fragilità che potrebbero indurlo in futuro a seguire cattive compagnie per mancanza di carattere e autostima. Tra poco arriverà un fratellino che lui attendeva da tanto tempo, ma, nonostante ciò, temo che il suo arrivo possa destabiliazzarlo ulteriormente. Non so se sia il caso di chiedere una consulenza psicologica di persona, ho paura di turbarlo. Scusi il poema. la ringrazio per l'attenzione.

Purtroppo Cristina è sempre la solita storia: da una parte i genitori che educano i figli in base a criteri personali che tengono conto oltre che delle esperienze della loro vita di figli, dall'altra preparando il proprio figlio a rispondere in modo adeguato alle richieste che arrivano dall'esterno. La scuola richiede regole, norme, disciplina, metodo, che devono essere rispettate in modo rigido. Non tutti i bambini si adeguando a queste norme spesso perchè sono vivaci, più creativi, più ribelli. Non sempre questi atteggiamenti vanno interpretati come un segnale di disagio, suo figlio infatti ha un buon rendimento scolastico, un inserimento accettabile e capisce quando è il momento di fermarsi. Va anche detto che gli insegnanti davanti a un bambino che può rendere di più, chiedono il massimo, senza tener conto che per i bambini, a quell'età , la loro priorità è divertirsi e confrontarsi con il gruppo dei coetanei, soprattutto se, come nel caso del suo bambino, c'è un grande bisogno di essere accettato e quindi è attratto dai compagni più vivaci, più intraprendenti, forse proprio a causa di una insicurezza. Va anche detto che spesso gli insegnanti, con la continua richiesta di avere risultati sempre migliori dai loro alunni, mandano un messaggio ambiguo, siccome puoi dare di più devi sforzarti a farlo, ottenendo spesso risultati contrari, perchè il bambino, va sì incoraggiato, ma potrebbe non sentirsi accettato per quello che è. Come fanno a sapere quanta fatica costa a suo figlio quella media? Troppo spesso si colpevolizzano i genitori per come educano i loro figli, quando gli stessi messaggi che arrivano dall'esterno li confondono e disorientano, non va mai bene niente. Anche dagli stessi cosidetti esperti arrivano consigli a volte diametralmente opposti che fanno riferimento alle scuole di pensiero, alla mancanza di esperienza diretta con un figlio, o in base alla propria esperienza personale. Potrebbe parlarne con gli insegnanti cercando di trovare un accordo con loro per tranquillizzare il bambino che non c'è niente di sbagliato in lui, spiegandogli che a scuola le insegnanti sono tenute a mantenere un certo ordine, quantomeno per "tenere la classe". Da parte delle docenti sarebbe meglio non essere così rigide, i bambini per fortuna sono tutti diversi, mentre l'istituzione scolastica, tende a omologarli tutti, senza valorizzare le potenzialità e le capacità di ognuno. Per quanto riguarda invece voi genitori se ritenete necessario confrontarvi con qualcuno che possa aiutarvi a interpretare i messaggi le lancia vostro figlio, potrebbe esservi d'aiuto, considerato che tra poco arriverà un fratellino e questo scatenerà una "normale gelosia" ma anche la paura di non essere più amato come una volta. Auguri