Dott.ssa Martina Rapacciuolo

Dott.ssa Martina Rapacciuolo

Psicologa e specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale

Come gestire convivenza con genitori manipolativi e tossici essendo maggiorenne

Buonasera, ho 22 anni e sono una studentessa. Mi sono resa conto solo nell'ultimo anno che i miei genitori sono manipolativi, o meglio, ho preso coraggio e ho capito che non ho le colpe che mi addossano. Vivo con loro e con i miei fratelli maggiorenni. Non sono però la più grande, ma sono sempre stata definita come ribelle per avere i miei pensieri e valori e per essere positiva. Questo a loro non va molto a genio perché pensano che viva tra le nuvole, ma in realtà non è così. Amo la vita e vivere a pieno.

Hanno sempre cercato e cercano di imporre le loro idee, scegliendo qualsiasi cosa e usando il ricatto e il far sentire in colpa ed un peso noi figli se non facevamo e facciamo come dicono. Per esempio: "Tu non sai cosa è giusto, lo sappiamo noi, ascolta tuo PADRE" oppure "La vita non è fatta di momenti felici" oppure "Io ho sacrificato e lavorato per portarti qui e non ti lascerò rovinare tutto, ti abbiamo dato tutto" oppure "Tu sei la rovina di questa famiglia", il tutto urlando con tutta la voce che può uscire dal corpo di un individuo.

I miei fratelli ormai seguono le loro regole come per tenerli buoni, ma io non riesco. Sono una ragazza con voglia di fare. Quindi vivo con la pressione di voler essere chi sono o reprimermi e fare come vogliono loro. Sono totalmente in mezzo perché fanno le vittime se non faccio come vogliono e urlano e minacciano. Non mi hanno fatto mancare niente, ma questo mi sta distruggendo. Non so più come gestire la cosa. Quindi faccio le mie esperienze di nascosto e, quando lo scoprono, mi danno della bugiarda, ma io lo faccio per proteggere me stessa e iniziano a darmi della pecora nera. Cosa posso fare?

Cara Martina,
leggendo quanto da lei condiviso, mi hanno molto colpito queste parole: "Non mi hanno fatto mancare niente, ma questo mi sta distruggendo". Spesso - da genitori - si pensa che il "non far mancare niente", quindi l'essere presenti dal punto di vista concreto e materiale, equivalga al fornire cura ed amorevolezza. Come lei stessa sa, non è esattamente così... 
Aver ricevuto tutto il sostentamento da parte dei propri genitori, non rende i figli/le figlie in debito; questo mi sembra che lei l'abbia già capito, seppur in alcuni casi quel senso di colpa indotto, "facendo le vittime", faccia ancora leva su di lei.
Quelle che descrive sembrano dinamiche di potere, in cui c'è una parte che prova a sottomettere l'altra. Seppur sia complicato provare a trovare un equilibrio tra ciò che viene "imposto" e ciò che per lei è importante, potrebbe essere utile approfondire la sua esperienza ed avere maggiori informazioni , con l'obiettivo di muoversi in maniera più libera ed indipendente e allo stesso tempo percependo che quel modo - il suo modo di essere e far parte del mondo - sia validato ed apprezzato dai suoi genitori.

La saluto con una frase che mi è venuta in mente leggendo le sue parole: "Quando una pianta non fiorisce, aggiusti l'ambiente che la circonda, non la pianta...".

Se le va, resto a disposizione.

Intanto buona giornata e in bocca al lupo,
Dott.ssa Martina Rapacciuolo

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Dott.ssaMartina Rapacciuolo

Psicologa e specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale - Bologna

  • ACT e terapia di terza generazione
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