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Dott.ssa Maura Livoli

Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicoanalista, Consulente tecnico

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La Donna Manager e la crisi di coppia

LA  CRISI  DELLA  COPPIA… E  POI… 

Si parla ovunque di “crisi” un po’ fa tendenza, un po’ è diventata una moda, di fatto resta una realtà.

Tuttavia, al di là della “crisi economica”, che oggi è diventato argomento comune, esiste una crisi profonda che è quella della coppia.

Intendo affrontare questo argomento, in modo piuttosto analitico, inizierò con un breve excursus sulla “coppia”, che farà da prologo alla crisi.

Gli esseri umani e gli animali tendono a vivere in coppia sia per la riproduzione della specie, sia perché entrambi sono di genere diversi – maschile e femminile – in quanto nati per integrarsi nelle loro differenze. E’ talmente antica questa realtà che si ritrova nel libro della Genesi cap. 1- 26-28     “…e Dio creò l’uomo e poi la donna”.

Le coppie che durano nel tempo, nel XXI° secolo si considerano un evento straordinario, quasi “un miracolo”. Di fatto, una società veloce come questa, che viaggia nel mondo in pochi secondi attraverso Internet, che scopre la vita su Marte per poi arrivarci, non riesce a fermarsi sulla stabilità della coppia, in cui due persone si continuano ad amare, dopo essere cambiate nel tempo, non solo mentalmente, ma anche fisicamente, dopo aver superato difficoltà e condiviso problemi, pensando di riaccendere ogni volta la scintilla dell’eros, per riuscire a sopravvivere (come coppia). E’ un po’ come credere in assoluto – di star fermi, quando il treno cammina!

Il “miracolo” della coppia stabile – essendo una realtà desueta – di primo acchito indurrebbe a pensare all’amore che non può considerarsi solo come sentimento, ma come una miscellanea di elementi che contengono comprensione, complicità, disponibilità, donazione e tutte quelle “affinità elettive” già ampiamente descritte da Goethe. Deve persistere tra i due soggetti una relazione speciale, la cui percezione del mondo esterno rappresenti – nel tempo – una visione del mondo comune.

La coppia è tale quando riesce a crearsi un suo mondo ed intessere, in questo modo una “storia d’amore”, quasi inossidabile. Gli animali vivono le loro relazioni – esclusivamente sull’istinto – ma nell’uomo, essere pensante e non solo pulsionale, l’istinto non basta. Quando due persone non riescono più a comunicare e si scontrano continuamente finiscono per vanificare anche la passione che di fronte alla rabbia, al risentimento, viene coartata, fino a scomparire. Se esiste un amore vero, profondo, forte, in entrambi i soggetti tutto ciò che accade si affronta, si supera e si resta vincitori e più consolidati. In questo caso, la passione fa da collante al loro rapporto e concede attimi sublimi di felicità. Tutto ciò richiede pazienza e molto di più, e purtroppo, in una società dell’hic et nunc,- qui ed ora - diventa molto difficile.

La modalità di risoluzione dei problemi non solo la risoluzione consente la relazione duratura. Sentimenti come l’aggressione, il disprezzo, la rabbia e la disistima, non possono e non devono entrare in una coppia che deve sempre mantenere tolleranza, capacità di problem solving e laddove è possibile un pizzico di umorismo da rimpiazzare ad uno stato di sopportazione che, in certi momenti, esce fuori.

“Quando la coppia scoppia” per dirla come in un film degli anni Ottanta manca il perdono e si rinfacciano le aspettative  mancate, disattese. Si ricorre spesso all’idea di giustizia, di equità che resta una vana illusione perché gli attori sono uomini, e quindi, fallibili e possono sbagliare. Il perdono è un comportamento antico, primitivo che permette di pareggiare i conti, rinunciando ad ogni pretesa che emerge dal senso di “giustizia”. Vanno ricordati i momenti belli, non quelli brutti; i risultati buoni, non gli errori. Il dovere di ricordare come parola d’ordine, non è una formula di pace e di ripresa o ancor più di ricostruzione. Nietsche scrisse :” E’ possibile vivere quasi senza memoria, e vivere felici, come dimostra l’animale, ma è assolutamente impossibile vivere senza oblio”.

L’inserimento della donna nel mondo lavorativo, iniziata negli anni Settanta con il movimento femminista che faceva da “driver” ha determinato una modifica dei ruoli ed una vera mutazione nella relazione uomo-donna. In questi decenni, la donna è diventata sempre più manager, sempre più estranea al “focolare domestico”, e l’uomo non è riuscito a seguire con la stessa velocità questa evoluzione. Pertanto, si comincia a creare una realtà nuova, in cui non è più il maschio ad avere una leadership, ma i ruoli diventano complementari o, addirittura si invertono. Inoltre, la corsa verso un consumismo più sfrenato da parte di tutti induce al bisogno di avere di più e, di conseguenza il reddito della “donna” diventa non più importante, ma quasi indispensabile.

Se è vero che quanto accade nel sociale, si ripercuote anche nell’individualità dei soggetti, arriva subito un cambiamento delle priorità, e soprattutto dei valori, che modifica la stabilità della coppia e crea la “crisi”.    

Dottoressa Maura Livoli

 

 

 

 

 

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